Shiloh Jolie-Pitt, figlia di Angelina Jolie e Brad Pitt, deve essere stata una grande delusione per i TRA, adepti-propagandisti del transcult. Cresciuta rispettosamente dai genitori come John e vestita in abiti maschili come da sua precisa richiesta, a 14 anni John è ritornata Shiloh e gira con le sorelle a caccia di vestiti da ragazza. A Shiloh non sono stati somministrati bloccanti della pubertà né tantomeno ormoni. E' stata semplicemente lasciata libera di scegliere giacche, cravatte, capelli corti e nome maschile. E ora è altrettanto libera di mostrarsi perfettamente conforming, seguendo la naturale fluidità dell'infanzia-adolescenza. Se Shiloh fosse stata ormonizzata, questa naturalezza sarebbe stata ostacolata e oggi potrebbe essere una ragazzina con la barba e la voce maschile. I TRA hanno perso un'icona perfetta. L'abbiamo conquistata noi che lottiamo per la libera significazione di ogni esistenza, lontana tanto dagli stereotipi di genere quanto dalla distruzione med di corpi sani. La storia che segue racconta questa lotta.
Lucia (nome fittizio) è madre di una ragazzina disforica. Da un paio d'anni la ragazza dice di voler essere un uomo. Lucia la rispetta, chiama la figlia con il nome maschile che ha scelto, ma ora la ragazza chiede di assumere bloccanti della pubertà e ormoni cross-sex. Lucia ha molta paura della definitività di questa scelta e non intende firmare il consenso. Si è rivolta a un'associazione che si occupa di transgender per un orientamento e un aiuto. Qui pubblichiamo lo scambio. Sconcertante. (Su richiesta di Lucia non pubblicheremo il nome dell'associazione).
"Buongiorno, è da 2 anni e mezzo che vivo in questo incubo. Mia figlia, sempre stata molto femminile in tutto, dopo aver passato 6 mesi di pianto che noi spiegavamo con un cattivo andamento scolastico, ci ha dichiarato di voler diventare uomo. Io sono rimasta sconvolta e dopo 1 anno e mezzo di terapia, abbiamo scoperto che era stata abusata dal suo migliore amico. Poi, una volta che si sono lasciati, ha avuto un rapporto lesbico con un'amica (si sta parlando di ragazzine di 12 anni) e in conseguenza a questo, bullizzate pesantemente a scuola. Ora, sto cercando informazioni per capire come affrontare la cosa. Noi abbiamo accettato da subito il nuovo nome, i nuovi vestiti... ma non riesco ad accettare l'idea di somministrare bloccanti e testosterone. Io so cosa è successo a mia figlia. Io sono certa che nel suo caso il problema è sociale. Lei con la mascolinità non c'entra nulla. Lei odia il suo fisico, odia la sé stessa e il suo passato. Ma ovviamente non se lo vuole sentir dire e quindi io sto zitta ma non sarò io a firmare quelle carte. Le sarò vicina in quel momento, ma con la morte nel cuore. Ho bisogno di cercare di capire come mi posso muovere, di condividere la mia esperienza con altri genitori in Italia. Mio figlio ovviamente mi sta facendo guerra... chi di voi mi può aiutare? Grazie per la vostra attenzione.
Lucia".
Risposta dell’associazione
Non io, signora. Io mi occupo di rappresentazione mediatica, ha proprio sbagliato sito. Sarò brutale ma non credo che esista aiuto per chi crede di sapere al posto di qualcun altr* chi è e a imporglielo. Siete megalomani ed egoisti e pronti a portare al suicidio i vostri figli perché voi non prendereste mai ormoni e bloccanti e proiettate le vostre paure. Vostro figlio non è voi. Siete due persone distinte. I bloccanti tra l'altro sono un compromesso perché altrimenti chi è sicuro potrebbe prendere gli ormoni da subito. Comunque in Italia non li danno se una persona non è suicidaria grazie ad una società retrograda e ignorante che crede alle favole anti-gender e che costringe i professionisti all'iper prudenza. Io non so per certo se suo figlio è un uomo, una donna o una persona non binaria, lo potrà dire solo lui giorno dopo giorno. Io so che merita rispetto e può sbagliare e non è una tragedia sbagliare da solo perché comincia a prendersi le responsabilità di quello che fa e desidera. Impedire a qualcuno di sbagliare vuol dire non fargli sentire la propria fiducia e proprio sostegno. Lo sta prendendo in giro, illudendolo di sostenerlo col nome per poi negargli i suoi bisogni e ne parla con una persona sconosciuta ma non con lui che è il diretto interessato. Si chiama tradire la sua fiducia questo stupido atteggiamento. Io so solo che lei ha paura e questa paura è una sfortuna terribile per suo figlio perché gli impedirà di avere il suo sostegno, chiunque sia e porterà lei ad ascoltare chiunque le dica quello che vuole sentirsi dire, ovvero che non è trans.
A non risentirci, spero.
Replica di Lucia
"Siete come dei coccodrilli in attesa che una giovane preda ferita vi passi di fianco.
Sono spesso bambine, ragazzine sole, la cui vita è stata già molto violenta: picchiate a scuola, abusate dall’amico, schiacciate da un’autorità che non trova altro modo per farsi rispettare, prese in giro dalle amiche per gelosia o più semplicemente perché diverse. Ecco, a queste bambine, ragazze, che vorrebbero scomparire, che si odiano perché il mondo le ha odiate e non protette proprio per l’appartenenza al loro sesso, voi proponete una soluzione: una famiglia colorata e la possibilità ripartire da capo, un altro nome per non ricordarsi le umiliazioni subite da quello precedente e la possibilità di indossare la potente armatura maschile. Di metterle alla pari con quelli di cui hanno avuto timore e di cui le loro coetanee hanno tanto rispetto.
Certo in cambio c’è mutilarsi seno, vagina e la medicalizzazione eterna. Con qualche piccolo, devastante effetto collaterale. Ma sai, guarda questi bei giovani youtubers come stanno bene. E’ tutto sicuro, si fa una vita normalissima. E ovviamente le mettete ben in guardia: se qualcuno proverà a mettere in dubbio la vostra decisione, togliete loro la parola. Di traumi non si può parlare perché quella è “terapia riparativa” americana. No, non è così, lo psicologo quello fa, è il suo lavoro, lavora sui traumi. Ma no, certo, questo è peccato.
E così tagliate fuori gli psicologi, la famiglia, i più cari amici. Perché se qualcuno osa chiedere, se qualcuno osa approfondire per capire perché da un giorno all’altro una ragazza rinnega tutto il suo passato e se ne inventa uno nuovo per poter giustificare un cambio così repentino, ecco quella persona è transfobica. Ah, e se qualcuno osa sbagliare un pronome o nominare il “dead name”… morte sia, ostracismo. E così sono lì tutte per voi, adulanti, credono solo a quello che dite voi e a tutti quegli youtubers che mostrano una transizione senza problemi. Dai, salite anche voi sul carrozzone.
E così le avete distrutte del tutto, resteranno legate a voi per anni ed anni. Poi qualcuna si sveglia, ha il coraggio di fare la detransizione. Allora le umiliate, la zittite, dite che non esistono. Non erano veramente trans. Qualcuna si dispera, qualcuna si prende la propria responsabilità con dignità. Altre vi denunciano. Altre non hanno il coraggio e resteranno attaccate per sempre perché il lavaggio del cervello funziona così. Altre naturalmente sono realmente trans. E quella piccola percentuale avrà giovamento dalle lotte LGBT. Ma tutte le altre?
Sono sicura che lei non sia una mamma… perché che nessuna madre avrebbe dato una risposta tanto cattiva. Sono sicura che se mostrerà la mia mail ad una mamma della vostra associazione non condividerà le parole che lei ha scritto. Ma la sua rabbia e la sua cattiveria erano lì, non poteva condividerla con le altre. Doveva umiliarmi. Perché è vero, io non posso essere sicura che mia figlia non sia veramente trans. Ma lei è sicura al 100% che i bloccanti non facciano male? Non blocchino anche lo sviluppo del cervello rendendo vana l’attesa dei 18 anni per avere davanti una figlia maggiore più consapevole: avremo davanti una quindicenne con l’età anagrafica per autodeterminarsi, che ha rifiutato una terapia psicologica perché la sua “nuova famiglia” le ha detto che basta “pensare” di essere uomo e si è uomo… e il danno è fatto. Testosterone, danni irreversibili… e una vita definitivamente segnata.
A me tutto ciò ricorda una setta, una setta religiosa.
A non risentirci, sicuramente
Lucia".