Mai quanto in questi giorni le donne italiane dovrebbero sentirsi vicine a quelle britanniche: il femminicidio di Sarah Everard, 33enne rapita e uccisa per la cui morte è già stato arrestato un poliziotto, Wayne Couzens, ha fatto traboccare il vaso dell'oppressione, degli abusi e delle violenze maschili ai danni di donne e ragazze di tutte le età (il numero dei femminicidi in UK è simile a quello italiano: in media una donna uccisa perché donna ogni tre giorni).
I resti di Sarah sono stati rinvenuti a circa 60 chilometri da Londra, e la sua fine racconta che cosa può capitarti, nel 2021, se sei donna e osi camminare per strada quando è buio. La veglia di sabato sera nella piazza di Clapham Common, a sud di Londra, si è trasformata in una protesta quando gli agenti della polizia hanno richiamato la folla al rispetto delle norme anti-Covid per poi obbligare a sgomberare. Le donne presenti hanno replicato di avere paura a tornare a casa da sole.
“Vergognatevi”, “Lasciatele stare”, “Arrestate voi stessi” urlavano le manifestanti agli agenti che ammanettavano brutalmente e arrestavano donne che non intendevano eseguire gli ordini (le immagini qui). Il sindaco di Londra Sadiq Khan ha espresso tutta la sua preoccupazione per il comportamento della polizia e ha promesso l'apertura di un'inchiesta.
Il caso di Sarah ha fatto traboccare il vaso: il governo inglese dovrà rivalutare le sue leggi e le su politiche antiviolenza. Ma il primo passo è già un passo falso: una consultazione lanciata per quantificare la violenza su donne e ragazze si rivolge alle donne “di ogni genere”. Un termine, “genere”, che rischia di rendere vana qualsiasi lotta per la libertà femminile. Abbiamo già visto lo sconcertante 8 marzo italiano, le manifestazioni “femministe” di Non Una di Meno (vedere qui), talmente femministe da essere condotte da uomini, fino al punto di zittire con metodi squadristi donne impegnate a levare la propria voce contro prostituzione, pornografia e utero in affitto.
Il femminismo liberale italiano si mostra volontariamente cieco e complice del patriarcato. La lotta è per la moltiplicazione dei generi, per l'affermazione di teorie, come la "libera identità di genere" e il "libero sex work, che non hanno nulla a che vedere con i diritti delle donne. Si difendono i diritti degli uomini e delle persone transgender ricorrendo a tesi indimostrate: la più gettonata è che le persone transgender sono le più oppresse al mondo, quando le cronache e le statistiche narrano tutto il contrario (vedere qui)
Sono le donne gli esseri umani più in pericolo nel mondo, sono le donne ad aver bisogno urgente di misure che difendano la loro dignità di esseri umani adulti di sesso femminile, lavoratrici, madri.
Tra un femminicidio e l’altro, tra un licenziamento per maternità e l’altro, tra uno stupro e l’altro, tra un caso di abusi/molestie e l’altro, il femminismo liberale si ostina a intercettare l’oppressione in luoghi dove semplicemente non esiste. E le donne, purtroppo, ancora una volta vengono lasciate da sole. Ignorate, dimenticate, vittime di un susseguirsi di violenza e di misoginia che non accenna ad arrestarsi.
Va riconosciuto: al di là di tutti gli “not all men” che girano vorticosi sui social network, i peggiori nemici delle donne, come ancora una volta ci dimostra il femminicidio di Sarah Everard, restano gli uomini.
Giorgia Garda