Pensare, e pensare con allegria in questo tempo complicato, travolte da due irresistibili protagoniste femminili: una, Miriam (Midge) Maisel (Rachel Brosnahan), giovane e benestante signora ebrea newyorkese dell'Upper West Side che dopo il trauma della rottura con il marito convinto -sbagliando- di essere un grande comico, si scopre -lei sì- una comica strepitosa e irriverente, una grandissima stand up comedian, quasi il femminile di Lenny Bruce (a cui è dedicato uno struggente ritratto); e l'altra, Susie Myerson (Alex Borstein), la sua non-amica (poche smancerie) nonché agente, tenera butch povera in canna e dal magnifico turpiloquio, una specie di Valerie Solanas ante litteram che scommette tutto sul talento di Midge, la supporta tenacemente e la spinge verso il successo ("fino al dirupo"), sbaragliando ogni ostacolo.
La serie "La fantastica signora Maisel" in onda su Amazon Prime (tre stagioni e una quarta in arrivo, speriamo presto) è scritta, prodotta e diretta da Amy Stewart Palladino in collaborazione con il marito Daniel Palladino, ha vinto di tutto, Golden Globe, Emmy Awards e vari premi della critica ed è ambientata una New York anni Cinquanta e un po' oltre rutilante e multicolor, lo zoom puntato sul giro ebraico upper e anche lower class (indimenticabile la vacanza comunitaria nel resort sulle Catskill Mountains).
Non dovete perdere questa serie, credetemi. Prima di tutto perché vi farà stare bene, e di questi tempi è molto importante. Poi perché le attrici sono strepitose, i dialoghi brillanti e a ritmo vertiginoso, l'umorismo pungente e classicamente witz (ebraico), la scenografia una festa per gli occhi, la colonna sonora, d'epoca e non solo, semplicemente perfetta. Ma soprattutto perché racconta un'impensabile amicizia tra due donne che più diverse non si può, insomma, una vera amicizia; perché la racconta rinunciando a ogni stereotipo e finalmente potrete riconoscervi, voi e le vostre amiche; perché Midge è lei stessa una rottura di stereotipi vivente: moglie e madre perfetta fino alla nausea con il suo guardaroba Audrey Hepburn, si lascia travolgere da una sua doppia (doppelgänger) arguta, incontenibile e sbracata manifestatasi improvvisamente sul palcoscenico del "Gaslight Cafe", localaccio di Midtown, nel corso di una terribile sbronza dopo l'abbandono del marito (quasi tutti i personaggi della serie hanno un loro doppelgänger e sono costantemente minacciati da una possibile altra vita piuttosto oscena, molto diversa da quella che stanno vivendo).
Il femminismo non c'è ancora ma se intravedono gli indizi in quella stupenda amicizia, nelle scarrozzate in macchina nel New Jersey per andare a esibirsi in terribili comedy club (Susie alla guida, Midge non patentata), in quella irrinunciabile libertà che travolge improvvisamente come un ciclone le due donne e tutto quello che sta loro intorno. E, finalmente, nemmeno l'ombra dell'ideologia.
Non voglio spoilerare: godetevela!
Marina Terragni
.