Utero in affitto reato universale: la sinistra contro

La prima giornata di dibattito sulla proposta di legge a prima firma Maria Carolina Varchi si chiude rispettando le previsioni: opposizioni contrarie -con diverse posizioni tra il PD che di fatto chiede di mantenere lo status quo e +Europa che vuole una GPA regolamentata-. Principali argomenti contro: i diritti delle famiglie arcobaleno e la possibile incostituzionalità della norma. Qui una sintesi degli interventi e un'intervista alla costituzionalista Silvia Niccolai
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Si è svolta ieri la prima giornata di dibattito alla Camera sul ddl sull'utero in affitto reato universale a firma Maria Carolina Varchi e altri.

L'intera discussione potete rivederla qui.

Il dibattito sulle linee generali si è chiuso con l'annuncio della presentazione di questioni pregiudiziali di costituzionalità da parte di Federico Gianassi del PD e altri, e di Magi-Della Vedova di +Europa.

Alla Camera si è visto più o meno quello che ci si aspettava: la maggioranza a sostegno del ddl, l'opposizione contro, con qualche differenza: +Europa (ma perfino, in piazza, la CGIL nuovi diritti) chiede una legge che regolamenti la GPA, mentre il PD vuole mantenere le cose come stanno, utero in affitto reato solo se realizzato in Italia. Da sinistra qualche voto a favore del ddl potrebbe scappare, ma la sostanza è questa.

Una sintesi della discussione:

dopo l'introduzione della presentatrice Varchi, Riccardo Magi di +Europa ha lungamente argomentato contro il ddl, asserendo tra l'altro che -violando il principio di autodeterminazione- la legge sarebbe contro "la dignità della donna" (ovvero contro la sua libertà di affittare l'utero) oltre a costituire un abominio giuridico. Marco Grimaldi di Verdi-Sinistra Italiana ha detto che il ddl costituirebbe la "peggiore legge omotransfobica della storia", affermando il diritto degli Lgbtq a diventare genitori, e menzionando Michela Murgia secondo la quale restare incinta non significa essere madre. Anche per Grimaldi il ddl è "un abominio giuridico". I bambini nati da GPA, ha detto, "a differenza di tutti gli altri sono davvero desiderati"

Per Marina Aliprandi Marchetto di FdI l'utero in affitto evidenzia "un rapporto di forza a favore della classe più agiata del mondo." La deputata ha a lungo descritto la relazione perinatale madre e figlio, diffondendosi sul microchimerismo materno-fetale e ribadendo che separare la donna dalla creatura è una barbarie. Per lei la GPA è "uno sfruttamento che ci riporta alla schiavitù, oltre che una delle contraddizioni più assurde del nostro tempo".

Secondo Federico Gianassi del PD la legge non sta in piedi dal punto di vista giuridico ed è "pura demagogia". Stefano Candiani della Lega menziona il caso Gestlife, l'agenzia che garantisce la sostituzione del bambino nel caso morisse nei primi due anni di vita, parla del rischio di selezione della specie e di manipolazione dei limiti di natura solo per assecondare desideri che non sono diritti.

Benedetto Della Vedova di +Europa dice che le persone più facoltose non saranno toccate da questa norma e che i bambini nati da GPA saranno oggetto di stigma. Assicura che questa "norma-bandiera reazionaria", se approvata, in futuro verrebbe cancellata, e invita a fermarsi chi la sta presentando. Per Laura Boldrini, PD, l'Italia è diventata "Melonia", Paese che stringe rapporti con i dittatori e vuole fermare i diritti. Sostiene che i genitori finirebbero "in carcere" e i bambini "sarebbero abbandonati". L'unico scopo della norma, dice, è la discriminazione degli Lgbtq.

Secondo Andrea Quartini del M5S il ddl è "violento e antiscientifico" e rischia di pregiudicare anche la fecondazione eterologa, visto che "la commercializzazione dei gameti è reato" ma in Italia non ci sono donatori. Luana Zanella dei Verdi-Sinistra Italiana, apre il suo intervento con una dura e articolata invettiva contro la GPA e il suo "business che nel 2032 raggiungerà i 129 miliardi di dollari”, ma conclude affermando che il ddl è solo una legge-manifesto senza nessuna conseguenza sul fenomeno. Infine, dice Zanella "non viene affrontato il problema della trascrizione degli atti di nascita formati all’estero".

Alessandro Zan, PD, difende la "GPA solidale" e ritiene che il ddl sia incostituzionale. A suo parere il ddl è solo un'arma di distruzione di massa per colpire le famiglie Lgbtq e ridurre l'Italia "alla Polonia e all'Ungheria di Orban". Chiara Appendino, M5S, parla di legge "contro gay, lesbiche e trans" e preannuncia un emendamento "per un'adozione piena e non in casi particolari" (?)


Sulla questione della possibile incostituzionalità del ddl abbiamo interpellato la costitruzionalista Silvia Niccolai, ordinaria di Diritto costituzionale all’Università di Cagliari che studia da tempo la questione della gestazione per altri:

il cosiddetto reato universale di surrogazione di maternità potrebbe essere incostituzionale?

“Vi sono al contrario buone ragioni per ritenere che si tratti di una soluzione del tutto compatibile col nostro ordinamento costituzionale, cosa che peraltro lascia impregiudicata la valutazione politica sull’opportunità di adottarla”.

Quali ragioni?

“Anzitutto l’ipotesi della punibilità in Italia per fatti commessi all'estero è prevista in generale dal codice penale (art. 7) ed è già operante: ad esempio per reati di violenza sessuale e tratta di esseri umani. In questi casi in accordo con convenzioni internazionali, ma la presenza di una previa convenzione internazionale non è richiesta dall’art. 7”.

Potrebbe valere anche per la gestazione per altri?

“La GPA consiste nella programmata separazione di un bambino dalla madre di parto al momento della nascita e nell’esercizio da parte di adulti di un complesso di poteri nei confronti di una creatura inerme. Per il nostro ordinamento costituzionale, così come per la stragrande maggioranza dei Paesi al mondo e per gli orientamenti di molti organismi internazionali, si tratta di una pratica disumana. Discussioni accademiche sul diritto delle donne di autodeterminarsi e la comprensione verso chi desidera un figlio a ogni costo non devono celare che, nella realtà delle cose, la GPA è commercio di bambini e di status parentali. Data la gravità e la natura del fenomeno vi sono, almeno in linea di principio, i presupposti affinché la legge penale nazionale sia applicata a fatti commessi all’estero come già accade ad esempio per i reati di sfruttamento della prostituzione. In particolare la struttura transfrontaliera del fenomeno, che si realizza con il cosiddetto turismo procreativo, può far apparire ragionevole e proporzionata questa soluzione”.

La legge potrebbe colpire retroattivamente anche chi ha già avuto dei figli da utero in affitto?

Evidentemente no. Ogni bambino già nato (anzi già solo concepito, forse già solo commissionato fino al giorno di entrata in vigore della nuova fattispecie) non vedrà i suoi committenti interessati dalle nuove previsioni. Anche successivamente all’eventuale entrata in vigore delle nuove norme la violazione del divieto non avrebbe di per sé ricadute sugli status familiari e/o sui modi di acquisirli: il genitore biologico resterebbe ovviamente tale e quello intenzionale resterebbe tenuto a intraprendere i passi necessari per assumere i propri impegni verso il bambino (oggi: adozione in casi particolari). È innegabile che, di fatto, la consapevolezza di andare incontro a una sanzione potrebbe scoraggiare il genitore intenzionale dal fare questi passi ma l’argomento, come si dice, ‘prova troppo’. Esso dimentica molte cose: chi intraprendesse la GPA con le nuove norme sarebbe pienamente consapevole delle conseguenze cui va incontro sia verso il bambino sia verso l’ordinamento; lo scopo della nuova legge è scoraggiare le persone a intraprendere la GPA in modo che nessun bambino nasca più da questa pratica. Non esiste alcun diritto a diventare genitori e tanto meno a diventarlo con la GPA. Non ci si può nascondere che il tema dei diritti dei bambini è spesso invocato per legittimare la GPA. Personalmente ritengo che proprio una chiara presa di posizione contro il fenomeno, quale quella rappresentata dalla proposta oggi in discussione, agevolerebbe il legislatore a regolamentare la posizione dei bambini nati da GPA, sviluppando le soluzioni, molto accurate, individuate dalla giurisprudenza”.

Non vi è il rischio che la nuova legge sia discriminatoria?

Il divieto già in vigore non discrimina e vale per tutti coloro che fanno ricorso alla GPA indipendentemente dal loro orientamento sessuale. Come tale non sarebbe discriminatoria la sua estensione”.

Questa legge potrebbe riguardare anche le donne che ricorrono a fecondazione eterologa all’estero?

“In nessun modo. La donna che intraprende l’eterologa è la stessa che diventerà madre del bambino che nascerà, mentre la madre detta “surrogata” si obbliga a lasciar portare via la creatura che ha partorito. Sono due cose diverse”.

E se si trattasse di GPA cosiddetta “altruistica”, senza alcun compenso (casi peraltro rarissimi)?

“Come ha chiarito di recente la Corte di Cassazione (sentenza S.U. 28162/2022) il ‘valore fondamentale della dignità umana’ è offeso in ambo i casi, per questo la GPA è vietata dalla nostra legislazione ‘in qualsiasi forma’”.

Secondo alcuni è inutile che un singolo stato “universalizzi” il divieto: semmai il governo dovrebbe operare nelle sedi internazionali.

“L’una cosa non esclude l’altra. Anzi: è evidente che un divieto universale in Italia rafforzerebbe enormemente la capacità del nostro Paese di operare in modo influente nelle sedi internazionali. Lo testimoniano anche iniziative esistenti per la creazione del reato universale, numerose e senza colore politico: recentemente (Dichiarazione di Casablanca del 6 marzo 2023) un centinaio di firmatari di 76 diversi Paesi ha chiesto agli Stati di ‘sanzionare le persone che ricorrono alla GPA sul loro territorio; sanzionare i loro cittadini che ricorrono alla GPA al di fuori del loro territorio; adoperarsi per l’adozione di uno strumento giuridico internazionale che porti all’abolizione universale della GPA’”.

MARINA TERRAGNI


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