Primarie PD: vince la transfemminista Elly Schlein

La giovane leader lancia la sua OPA e la vince. Facendo del Partito Democratico una formazione woke, in linea con il progressismo occidentale: dirittismo, libera identità di genere, utero in affitto, sex work. Una sfida che ricorda quello che sta capitando in Spagna dove il femminismo radicale ha divorziato dalla sinistra
Condividi questo articolo

Per cominciare complimenti a Elly Schlein e molti auguri per il suo nuovo incarico.

Poi i fatti, per come li vedo.

La vittoria di Elly Schlein è stata un'OPA sul PD: il voto ai gazebo, per la prima volta diverso da quello nei circoli -novità storica pure questa- dimostra che Schlein ha mobilitato la sinistra radicale fino ai limiti dell'antagonismo, oltre ai 5 stelle. L'aveva detto anni fa: Occupy PD. Ora l'ha fatto.

Che venga sostenuta da una parte importante degli Apparatčik del partito, da Franceschini a Bettini, compresi molti ex-democristiani che fanno riferimento a Romano Prodi, forse significherà meno di quanto si creda. Susanna e i vecchioni: ma Susanna non si fa mettere facilmente nel sacco. Decisamente scarsa nei fondamentali politico-culturali -non ha saputo riempire di contenuti credibili gli slogan, in nessun campo, a partire dal lavoro- Schlein è molto abile nelle sue mosse politiche e nella costruzione della propria immagine, sorretta da una formidabile ambizione personale. Si è già mangiata Pippo Civati, tanto per dire. Potrebbe capitare anche ad altri. E ovviamente resterà a lungo intoccabile: assisteremo a una luna di miele tra lei, il PD e i suoi elettori, e vedremo -forse- anche uno stop nella caduta libera del partito nei sondaggi. Difficile che qualcuno dentro al partito si metta a farle dispetti.

Improbabile a mio parere anche una scissione. Qualcuno, alla spicciolata, lascerà il PD per approdare al Terzo Polo. Forse Giorgio Gori, forse Guerini. Ma niente di paragonabile a un terremoto.

E veniamo alle nostre faccende di femministe perché qui di questo parliamo.

Per dire anzitutto che è assolutamente sconvolgente in un Paese misogino come il nostro -ma con forti radici matriarcali- vedere due donne quasi ancora ragazze alla guida delle rispettive coalizioni: Meloni a capo del governo e Schlein a capo dell'opposizione. E' capitato all'improvviso, e probabilmente senza Giorgia Meloni l'operazione Elly non sarebbe stata concepibile. Cercavano un'anti-Giorgia, era quasi obbligatorio per fermare il declino -sempre che si fermi- e l'hanno trovata. Diversamente non sarebbe capitato.

Quello che è capitato è impressionante, e comprensibilmente impressiona soprattutto le donne. C'è molto di positivo in questo protagonismo femminile.

Profili molto diversi: a destra una ragazza che conosce bene l'espressione "tirare la cinghia", figlia del popolo, cresciuta in un nucleo matriarcale ma senza mai dirsi femminista, capace di fare i conti nel partito con quel "padre" che le è mancato, tradizionalista ma per nulla bigotta, ferocemente gender-critical, sorretta da una determinazione formidabile, una che ha faticosamente scalato ogni gradino per arrivare dove è arrivata; a sinistra una giovane donna borghese, cosmopolita, fatta studiare dalla famiglia -a cominciare dalla partecipazione alle campagne di Barack Obama- per diventare una politica di primo piano, costruita un pezzo dopo l'altro, scarsissima esperienza del lavoro, profilo antimaterno giocato come un plus anche in campagna elettorale e fatto coincidere, da perfetta emancipata, con il femminismo, lo sguardo rivolto a personaggi politici come Corbyn, Melenchon, Bernie Sanders, e fra le donne Ocasio-Cortez e la spagnola Irene Montero, artefice della terrificante Ley Trans.

La segreteria Schlein ha il merito di fare piazza pulita di molte ambiguità del PD: coerentemente con la linea di tutti i partiti progressisti occidentali l'orizzonte è costituito dai diritti individuali. Nel suo primo discorso da segretaria Schlein ha glissato sulla guerra -si dice pacifista ma ha votato per l'invio di nuove armi all'Ucraina- però è stata netta sul dirittismo prevalente. Se finora si era cincischiato, ora è chiarissimo. Il partito si è "risvegliato" ed è decisamente woke. I contenuti li conosciamo ed erano anche scritti nel programma: diritti LGBTQIA+, autodeterminazione assoluta, identità di genere, carriera alias nelle scuole, transizione facilitata, ormoni, sex work, assistenza sessuale ai disabili, libero utero in affitto -c'è stato anche un chiarissimo voto di Schlein in Europa- e così via. Temi che il femminismo radicale ha sempre iscritto nel pacchetto liberista neopatriarcale. Fa abbastanza ridere pensare a Franceschini queer, ma le cose stanno così.

L'esperienza del femminismo spagnolo può venire in soccorso: nato nel post-franchismo è quasi integralmente costituito da comuniste, socialiste, anarchiche. E oggi che si è visto tradito dal wokeismo della maggioranza di governo PSOE-Podemos, soprattutto con l'approvazione dell'incredibile legge "si es si" e della famigerata Ley Trans, pare intenzionato a voltare le spalle alla sinistra per proclamare l'astensione in massa alla prossime elezioni regionali -a maggio- e politiche -in autunno-, hashtag #feminismononvotatraidores.

Primarie PD: vince la transfemminista Elly Schlein

In effetti: puoi lottare anni e anni contro lo sfruttamento delle donne e il mercato dei bambini, contro la sostituzione del sesso con il genere e della relazione con l'individuo armato di diritti, contro lo scandalo omofobico dei minori ormonizzati, contro il business della sterilizzazione indotta e della fecondazione assistita, tutto il pacchetto a cui diamo il nome di transumano, e poi sostenere la transfemminista Schlein -o, in Spagna, l'omologa Montero-?

Puoi decidere che tutto sommato questi sono temi marginali, quando da tanto tempo li hai messi al centro delle tue pratiche politiche perché è precisamente lì che devono stare? Puoi, per il fatto che sei sempre stata di sinistra?

Primarie PD: vince la transfemminista Elly Schlein

Intanto rinfreschiamoci la memoria: i principi che ci tengono insieme, per i quali abbiamo lottato insieme fino al sacrificio personale, sottoscritti e fatti propri da decine di migliaia di donne in tutto il mondo, li troviamo qui. E anche qui.

Dopo di che chiunque è legittimata a cambiare idea e ad abbandonare il campo. Basta dirlo con chiarezza, per un minimo di decenza verso se stesse.

Marina Terragni


Buona parte delle notizie pubblicate da Feminist Post non le leggerai altrove. Per questo è importante sostenerci, anche con un piccolo contributo: Feminist Post è prodotto unicamente grazie a lavoro volontario di molte e non gode di alcun finanziamento.
Se pensi che il nostro lavoro possa essere utile per la tua vita, saremo grate anche del più piccolo contributo.

Puoi darci il tuo contributo cliccando qui: Patreon - Feminist Post
Potrebbe interessarti anche
23 Marzo 2023
Petrillo: il mio corpo non conta, voglio usare le docce delle donne. E si ritira dai mondiali di Torun per motivi di "incolumità"
Vincere le gare non basta: Petrillo rivendica anche di usare gli spogliatoi femminili dopo che la Federazione Italiana di Atletica su richiesta delle atlete ha deciso per spazi riservati. “Lo stato mi riconosce come donna, i genitali maschili non contano. E poi" sbeffeggia “non sarà certo la prima volta che li vedono”. Intanto rinuncia ai prossimi mondiali per ragioni "di sicurezza "
Pochi giorni fa abbiamo pubblicato un resoconto della gara di Valentina nata Fabrizio Petrillo ad Ancona, con le reazioni delle atlete battute dal suo corpo maschile. Le atlete hanno spiegato chiaramente che, pur rispettando il percorso personale di Petrillo, atleticamente non sono alla pari e che si sentono discriminate. Le dichiarazioni rilasciate dalle atlete al Feminist Post sono state riprese da altre testate, tra cui Il Giornale (qui), e hanno provocato dei commenti da parte di Petrillo che ha aver […]
Leggi ora
17 Marzo 2023
L'ultracorpo maschile della transatleta Petrillo continua a vincere tutto. Le avversarie reagiscono
Valentina nata Fabrizio il 12 marzo ha nuovamente sbaragliato le avversarie ad Ancona. E arriva a 8 titoli master mentre prima della transizione -quando gareggiava con gli uomini- non ne aveva conseguito nemmeno uno. Ora si prepara ai mondiali. Qui un resoconto delle gare e le dichiarazioni delle atlete ingiustamente private della vittoria
Valentina nata Fabrizio Petrillo, classe 1973, quest’anno compie 50 anni e cambia categoria nelle gare di atletica master nazionali. L’11 e 12 marzo ad Ancona ha gareggiato per la prima volta nella categoria F50, cioè con le atlete donne dai 50 ai 54 anni. E di nuovo, con il suo ultra-corpo maschile, ha fatto facilmente incetta di trofei e di record che spettavano ad atlete donne. Ma com’è vedere dal vivo un ultra-corpo maschile gareggiare contro corpi femminili? Quali sono […]
Leggi ora
14 Marzo 2023
Il prefetto al sindaco Sala: stop alle registrazioni dei figli di coppie dello stesso sesso
La decisione rende quelle bambine e quei bambini più uguali e non diseguali come si legge oggi in molti commenti ideologici. A cominciare dall’uguale diritto alle verità sulle proprie origini sancito da tutte le convenzioni internazionali. E all’attribuzione degli stessi diritti di cittadinanza riconosciuti a ogni nuovo nato: ecco perché
Il prefetto di Milano ha ingiunto al sindaco Beppe Sala di bloccare le trascrizioni degli atti di nascita di bambini nati per iniziativa di coppie dello stesso sesso. Per esempio, non potranno più essere trascritti integralmente gli atti di nascita realizzati all'estero -in Ucraina, Canada, California etc- da utero in affitto, fatto che vale anche per le coppie eterosessuali che abbiano intrapreso questa pratica. Noi femministe radicali ci eravamo rivolte al prefetto perché ingiungesse al sindaco Sala di rispettare la […]
Leggi ora
8 Marzo 2023
Slavoj Žižek: i bloccanti della pubertà sono capitalismo woke
Il filosofo marxista parla di wokeness, culto progressista della consapevolezza e del risveglio, dandone una suggestiva lettura psicoanalitica. E avverte che nonostante oggi appaia sotto attacco dovremo farci i conti ancora a lungo
In un suggestivo articolo pubblicato da Compact, intitolato Wokeness is here to stay -che qui traduciamo e riproduciamo parzialmente- il filosofo marxista Slavoj Žižek affronta il tema della wokeness, il movimento del "risveglio", analizzandone le criticità ma sottolineando anche le ragioni per le quali dovremo farci i conti ancora a lungo. Alcuni sostengono che la "wokeness" sia in declino. In realtà viene gradualmente normalizzata e conformata anche da coloro che interiormente ne dubitano, e viene praticata dalla maggior parte delle istituzioni accademiche, […]
Leggi ora
3 Marzo 2023
La transessualità non è un pranzo per genderqueer
Essere transessuali non è transgenderismo ma un’esperienza profondamente drammatica e dall’esito incerto. Che nulla ha a che vedere con gli stereotipi stantii con cui si esprime l’identità di genere. Le riflessioni di Neviana Calzolari
Ripubblichiamo per gentile concessione di Dol's Magazine. Articolo originale qui Neviana Calzolari, sociologa, attivista, scrittrice e volto tv. Eppure ben poco mainstream, anzi, fra le osservatrici più acute (e critiche) del panorama politico-sociale dei nostri tempi (...) Il gruppo I-Dee di Milano e l’associazione Ipazia di Catania l’hanno incontrata. – Il ddl Zan era stato pensato per combattere l’omotransfobia, quindi con buone intenzioni – esordisce Neviana –, ciò nonostante rimango scettica su certa terminologia, in particolare sull’”identità di genere” che allarma buona parte del mondo […]
Leggi ora
3 Marzo 2023
Donne e sinistra: un amore tossico
Tradite, maltrattate, umiliate. E infine soppiantate da neo-donne auto-identificate ben più attraenti e funzionali delle “vecchie” donne per nascita. Eppure molte fra noi non riescono a staccarsi dai progressisti che mostrano in ogni modo di non considerarle. Le stesse dinamiche di una relazione malata
Tutti gli amori nascono e muoiono, e quando finiscono c’è sempre chi soffre di più, a volte una parte sola, quella che amava sinceramente, l’altra forse no, forse mentiva. E noi donne all’amore con la sinistra abbiamo creduto sul serio, con tutto il cuore: ingenuamente pensavamo di essere le predilette, credevamo alle promesse, anche quelle che palesemente apparivano false. Carla Lonzi già mezzo secolo fa ci ricordava che la sinistra ci aveva vendute “alla Rivoluzione ipotetica”, e anche oltreoceano le […]
Leggi ora