19 Giugno 2021

Troppo veloce, troppo alto, troppo forte. Analisi delle performance di Petrillo nella categoria maschile e poi in quella femminile #Olimpiadi

Studio dello statistico Marco Alciator sui risultati dell’atleta prima e dopo l'assunzione di ormoni e il passaggio di categoria da maschile a femminile -anche se all'anagrafe è ancora un uomo-. Come si vede, anche abbassando i livelli di testosterone per le donne non c'è gara. Ma i media esultano per le sue vittorie facili
Condividi questo articolo

Quando qualcuno mette in dubbio la correttezza degli atleti nati uomini che gareggiano con le donne, questi solitamente rispondono che la loro performance è peggiorata dopo la “transizione di genere”.

A parte il fatto che le gare sportive sono divise per sesso in base alla differenza sessuale dei corpi di uomini e donne e non in base a parametri di performance, è vero che l’abbassamento del livello di testosterone peggiorerebbe i risultati degli atleti uomini che dicono di “sentirsi donne”?

La decisione del CIO di ammettere questi uomini alle gare femminili ha fornito una serie di dati, da quelli fisici (si veda questo studio pubblicato su Sports Medicine) a quelli tecnici.

Vi presentiamo uno studio del ricercatore statistico-demografico Marco Alciator, condotto sui risultati dell’atleta Petrillo prima e dopo la “transizione” e il conseguente passaggio di categoria da maschile a femminile.

Maria Celeste

______________________________________

Il motto olimpico “Citius, Altius, Fortius”, ossia più veloce, più in alto, più forte si sta trasformando in un incubo per le atlete perché potrebbero sempre più spesso vederlo applicato come troppo veloce, troppo alto e troppo forte.

Di cosa stiamo parlando? Della possibilità data agli uomini che dicono di “sentirsi donne” di competere nelle gare sportive femminili (e viceversa, in teoria) se rispettano le linee guida del CIO, Comitato Olimpico Internazionale, secondo le quali è sufficiente fare una “autodichiarazione di genere” non modificabile per 4 anni e avere un livello di testosterone inferiore ai 10 nanomoli per litro (5 nmol/L per l’atletica) nei 12 mesi precedenti.
Questo dovrebbe garantire una concorrenza equa tra gli atleti nelle gare ma così non è, e l’iniquità si evidenzia quando i maschi biologici partecipano alle gare femminili, nelle quali per fisicità, forza e velocità continuano a presentare un
importante vantaggio.

ITALIA – ANALISI DELLE PRESTAZIONI DI PETRILLO SUI 200 E 400 METRI PIANI

Anche in Italia, Fidal (Federazione Italiana di Atletica Leggera) e Fispes (Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali) hanno recepito le linee guida del CIO, permettendo a Fabrizio Petrillo di passare alla categoria femminile come Valentina, avendo abbassato il suo testosterone al livello richiesto sia pure rimanendo Fabrizio all’anagrafe.

Petrillo è ipovedente per la malattia di Stargardt, e partecipa sia alle gare per normodotati che alle gare paraolimpiche, in passato T12 poi T13. E’ in questa veste che potrebbe partecipare agli imminenti Giochi Olimpici di Tokyo.

Di seguito esaminiamo la storia sportiva di Petrillo partendo dai risultati delle gare estratti dal sito Fidal (non Fispes). (Fabrizio Petrillo qui, Valentina Petrillo qui). 

Confrontando i migliori tempi stagionali di Fabrizio Petrillo sui 200 metri con quelli dei campioni master della sua categoria d’età il ritardo è pari a 3”12 centesimi nel 2016, 2”49 centesimi nel 2017 e 1”83 centesimi nel 2018. 

A seguito dell’abbassamento del livello di testosterone, in pista Valentina Petrillo nel 2020 riesce a correre 51 centesimi più veloce di Cristina Sanulli (v. grafico 1).

Troppo veloce, troppo alto, troppo forte. Analisi delle performance di Petrillo nella categoria maschile e poi in quella femminile #Olimpiadi
Grafico 1 – Confronti tra le migliori prestazioni stagionali di Petrillo sui 200 metri e il tempo dei campioni master della sua categoria d’età (es. SM40 atleti uomini tra 40 e 44 anni, SF45 atlete donne tra 45 e 49 anni) – anni 2016-2020

In termini cronometrici nel periodo 2016-2018 Petrillo registra tempi con una media di circa 25”50 e solo in gare di livello regionale, nel periodo 2020-2021 la sua media diventa di circa 27”. Su questa distanza e in questa categoria la differenza di tempi tra atleti e atlete leader è di circa 3 secondi e mezzo (23”30 vs 26”80), se dunque Petrillo avesse peggiorato di un secondo e mezzo la sua prestazione media avrebbe conservato un vantaggio di circa due secondi nel passaggio da categoria maschile a quella femminile.

La conferma diretta si è avuta ai Campionati Master di atletica di Arezzo disputati a ottobre 2020, nei quali Valentina Petrillo riesce a imporsi su atlete del calibro di Cristina Sanulli e Denise Neumann entrambe con titoli mondiali ed europei master conquistati. Le due atlete da sportive sono salite sul podio per evitare polemiche ma hanno poi dichiarato che sentivano di non avere gareggiato alla pari. Grazie all’avv. Fausta Quilleri anche lei campionessa di atletica insieme ad altre venti atlete hanno firmato una petizione per chiedere che atleti nati uomini vengano ammessi alle gare femminili esclusivamente fuori concorso. 

Alla notizia di questa e altre vittorie viene dato ampio risalto nella cronaca sportiva (e non solo) in termini entusiasti come “diritti delle donne e delle persone trans”, “coronare il sogno” , “speranza italiana per le paralimpiadi di Tokyo” , “la lotta per il riconoscimento e la non discriminazione delle persone transgender oggi può segnare una vittoria storica” e così via.

Analogamente guardiamo i tempi forniti dalla Fidal sui 400 metri. Nel 2017 il distacco tra il miglior tempo di Petrillo e il campione master di categoria maschile è di 7 secondi, mentre nel 2020 nel confronto con la campionessa master il ritardo si riduce a 1”50 centesimi. (v.grafico 2). Anche nel confronto cronometrico la media dei suoi tempi 2021 rispetto a quella del 2017 post-terapia ormonale risulta più lenta di circa 2 secondi (59”74 a 1’02”12) e l’ultima prestazione sul giro di pista a maggio 2021 è di poco superiore al minuto (1’00”31). In base ai dati disponibili e analizzati non si trovano riscontri alla seguente affermazione dell’atleta: “Ho perso 12 secondi rispetto a quando correvo contro gli uomini e senza i vincoli di testosterone. Preferisco però essere una donna più lenta che corre i 400 metri, ma felice, rispetto all’essere un uomo più veloce ma triste”.

Su questa distanza e in questa categoria la differenza di tempi tra atleti e atlete leader è di circa 8-10 secondi, se come sembra il rallentamento dell’atleta Petrillo è stato di circa due secondi avrebbe comunque ottenuto un vantaggio di 6-8 secondi nel passaggio da categoria maschile a quella femminile.

La vicenda è stata presentata anche su Rai1 nella trasmissione pomeridiana ItaliaSì e Petrillo ha ricevuto complimenti per i risultati e la scritta in sovraimpressione riportava: Valentina Petrillo: “Ero un uomo. Ma non protestate”. L’enfasi dei titoli sui quotidiani, le celebrazioni sui social, un libro e un film sono iniziative lecite, ma davvero fuori luogo visto quanto abbiamo detto. Ciò che non è accettabile è che sulla tv pubblica passi alle atlete il messaggio di non poter protestare sulla mancanza di equità dei criteri di gara con la prospettiva concreta di vittorie e podi che sfumeranno ingiustamente, loro che si allenano tutti i giorni, hanno livelli di eccellenza da anni, cercano di far sentire con difficoltà la loro voce.

Le atlete non possono protestare, le donne non possono protestare.

Meglio seguire il consiglio di Maya Forstater, ricercatrice e femminista radicale, “siate più coraggiose oggi di quanto lo siete state ieri”. In questo contesto: siate più coraggiose oggi di ieri, per partecipare domani a competizioni eque, più forti, più in alto e più veloci che mai.

Marco Alciator


Buona parte delle notizie pubblicate da Feminist Post non le leggerai altrove. Per questo è importante sostenerci, anche con un piccolo contributo: Feminist Post è prodotto unicamente grazie a lavoro volontario di molte e non gode di alcun finanziamento.
Se pensi che il nostro lavoro possa essere utile per la tua vita, saremo grate anche del più piccolo contributo.

Puoi darci il tuo contributo cliccando qui: Patreon - Feminist Post
Potrebbe interessarti anche
4 Ottobre 2023
UK: fuori dai reparti ospedalieri femminili gli uomini che "si identificano" come donne
All’iniziativa woke dell’ordine dei medici britannico che ha ordinato ai propri associati di non utilizzare più i termini “donna” e “madre” risponde il governo Sunak che ripristina il criterio del sesso biologico e abbandona quello dell’identità di genere nel servizio sanitario. Perché c’è bisogno di tornare al buon senso
In UK infuria la battaglia sugli spazi fisici e simbolici riservati alle donne. All'ordine dei medici britannico (General Medical Council) che nelle sue linee guida ha ingiunto di cancellare le parole "donna" e "madre", risponde a breve giro l'iniziativa del governo Sunak che ripristina il criterio del sesso biologico e abbandona quello dell’identità di genere nel servizio sanitario: i transessuali MtF -cioè biologicamente maschi- non saranno più alloggiati nei reparti ospedalieri femminili anche se si identificano come donne. Questa settimana […]
Leggi ora
21 Settembre 2023
Lettera aperta a Schillaci, ministro della Salute: la procreazione medicalmente assistita non aumenta la natalità. Anzi, è tra le cause dell'inverno demografico
Fecondazione omologa gratis e ticket di 1500 euro per l’eterologa: il ministro annuncia nuove misure che contribuirebbero ad arginare la crisi delle nascite. Ma è l’esatto contrario: più si alimenta l’illusione di poter rinviare ad libitum la nascita di un figlio -i risultati della PMA sono scadenti: in più di 8 casi su 10 fallisce- meno bambini nasceranno. La strada è una sola: la prevenzione dell’infertilità. A cominciare da una corretta informazione contro la propaganda del biomercato riproduttivo
Gentile Ministro Schillaci,    apprendiamo da notizie di stampa che dal prossimo 1° gennaio il Servizio Sanitario Nazionale erogherà a titolo gratuito la prestazione di fecondazione omologa e che ha stabilito per la fecondazione eterologa un ticket -di competenza regionale- che dovrebbe attestarsi intorno ai 1500 euro. La disposizione rientrerebbe, a suo dire, nelle misure contro la denatalità nel nostro Paese: meno di 400 mila nati nel 2022, il numero più basso dall’unità d’Italia a oggi. In realtà, come spiega […]
Leggi ora
20 Settembre 2023
UK, non si può più dire "donna" o "madre": le disposizioni woke del General Medical Council
Decisione di inaudita violenza del registro dei medici britannici: la parola donna va cancellata a ogni livello. Non può essere nominata nemmeno quando si parla di maternità, di parto, di allattamento, di menopausa. Perfino il 999, numero delle emergenze, non può più chiedere di che sesso è la persona che chiede aiuto. I woke sanno benissimo che il corpo femminile è il principale ostacolo al progetto transumano. E vogliono cancellarlo perfino nel linguaggio
Continua a succedere: le donne e le madri vanno cancellate anche dal vocabolario, a ogni livello. Non si arrendono perché il simbolico materno è l'ostacolo più resistente al progetto transumano. Non ci arrenderemo neanche noi. Se lo scordino Il General Medical Council -ente pubblico che conserva il registro ufficiale dei medici nel Regno Unito- ha sostituito la parola "madre" con termini neutri nella sua guida alla maternità per il personale. La guida aggiornata per le dipendenti che rimangono incinte omette […]
Leggi ora
18 Settembre 2023
La nuova proposta PD sui bambini nati da utero in affitto è sbagliata: ecco perché
L’idea è un percorso agevolato "premiante"-solo 4 mesi- per l’adozione dei bambini nati da gestazione per altri: un quasi-automatismo che anziché contrastarlo incoraggerebbe il ricorso alla pratica. Inoltre si fa una differenza tra questa tipologia di adottanti -i clienti di Gpa- e tutti gli altri per i quali la tempistica non cambierebbe. Ma la Costituzione ci vuole uguali davanti alla legge
Il PD ha depositato al Senato -primo firmatario il cattodem Alfredo Bazoli, vicepresidente vicario del gruppo Pd- una proposta di legge che prevede una “adozione speciale” cosiddetta “affettiva” per i figli di coppie etero o omo nati da utero in affitto. In sostanza si accetta la procedura dell'adozione in casi particolari dei nati da Gpa per il genitore "intenzionale", ma si richiede di accelerarla per arrivare a sentenza entro 4 mesi. Il tribunale, dunque, si legge nel testo, “verifica se la […]
Leggi ora
11 Settembre 2023
Uteri femminili in corpi maschili
Il sogno invidioso di sempre -poter fare figli senza le donne, cancellare le madri, insomma il Graal- è sempre più vicino a realizzarsi: nel giro di 5-10 anni anche le persone trans MtF, biologicamente uomini, potranno ricevere un trapianto di utero e condurre una gestazione. Desiderio-diritto “inclusivo” che migliorerebbe la qualità della loro vita e attenuerebbe i sintomi della disforia. Mentre la vita e la salute di bambine e bambini nati da queste pratiche non preoccupano i bioetici
Euronews dà conto dei rapidi progressi della ricerca sul fronte del trapianto di utero, con particolare riferimento alla richiesta delle persone trans MtF il cui corpo resta biologicamente maschile, mentre le persone FtM, se conservano il loro apparto genitale femminile, possono intraprendere una gravidanza come qualunque altra donna: i "padri incinti" di cui la stampa mainstream ama dare notizia non sono altro che donne che si autoidentificano come uomini. Nell'articolo, che qui traduciamo, le donne vengono definite donne cis-, suffisso […]
Leggi ora
9 Agosto 2023
Corpi maschili negli sport femminili: finalmente qualcosa si muove
Era ora: la FIDAL, Federazione Italiana di Atletica Leggera, si adegua alle direttive della World Athletics per garantire equità nelle competizioni sportive femminili dettando rigide condizioni per la partecipazione delle atlete trans. Intanto Martina Navratilova chiarisce che “il tennis femminile non è per maschi falliti” ribellandosi a un’ingiustizia che, dice, “è patriarcato”
Mentre la tennista Martina Navratilova viene ricoperta di contumelie per avere ribadito l'ovvio, cioè che è stufa di vedere corpi maschili che sbancano nel tennis femminile (ultimo caso in ordine di tempo quello della trans USA Alicia Rowley, la vedete al centro nella foto in apertura) aggiungendo che "il tennis femminile non è per maschi falliti" e che "è patriarcato che gli uomini biologici insistano sul diritto di competere nella categoria femminile nello sport" (La Repubblica parla con sgomento e […]
Leggi ora