Ddl Zan: servono confronti veri, non la guerra dei comunicati

Condividi questo articolo

Il femminismo critico nei riguardi del ddl Zan nei giorni scorsi ha emesso un comunicato -vedere qui- in cui si tornano a elencare le ragioni per le quali ci opponiamo non a una legge contro l'omotransfobia, ma a QUESTA legge contro l'omotransfobia. Ragioni che sono sempre le stesse, da mesi, e in quanto tali perfettamente opinabili in un confronto -se venisse accettato, ma finora non è successo-.

E' piuttosto deprimente che anziché considerare queste ragioni, anziché confrontarsi su queste ragioni si intraprenda una guerra dei comunicati allo scopo di dimostrare che le VERE femministe sono a favore del Ddl così com'è. L'ultimo, messo in piedi in fretta e in furia, sottoscritto da "attiviste di Se Non Ora Quando" (?) -che in quanto tale non esiste più da anni: esistono solo Snoq Libere, Snoq Factory, Snoq Genova e di altre città, ma Se Non Ora Quando no- e da un elenco di nomi -alcuni dei quali, scopriamo accidentalmente, non sapevano nemmeno di avere sottoscritto- e poi diffuso dalla grancassa dei siti Lgbtq+.

Tutto questo non è serio, è umiliante, riduce la politica a un gioco da tavolo e a un firmificio.

Potremmo rispondere esibendo le quasi 17 mila firme e le 320 associazioni, tra cui molte italiane, che hanno sottoscritto la Declaration on Women's Sex-Based Rights (vedere qui), rete gender critical globale che si estende in 130 nazioni, ovvero in più della metà delle nazioni del mondo (di questa rete siamo le referenti italiane). Oppure menzionare la partnership politica con le femministe spagnole di Contra Borrado in lotta contro la Ley Trans e l'identità di genere (vedere qui), decine e decine di associazioni che sono efficacemente al nostro fianco. Potremmo menzionare l'americano Women Liberation Front (Wolf) e molte altre realtà. O anche semplicemente provare a ingaggiare come testimonial personagge-i dello showbitz.

In tutta franchezza non ci sentiamo di accettare questo piano.

Le questioni in gioco sono troppo importanti, toccano la radice dell'umano e la vita delle donne, delle ragazze, delle bambine e dei bambini, e non si può liquidare con un raccatto firme più o meno inventate.

L'onorevole Zan e gli altri firmatari della legge contro l'ombitransfobia hanno scelto di farsi eleggere in rappresentanza di tutte e tutti, compito che richiede un alto senso di responsabilità nonostante lo stato di salute non eccellente delle nostre istituzioni rappresentative. A lui e a loro chiediamo di mantenere la discussione al livello che merita. Soprattutto, di accettare di discutere: il confronto che stiamo chiedendo da mesi viene regolarmente rifuggito. Ogni tentativo è stato ignorato: per quale ragione?

Come Zan sa benissimo, noi non siamo Pillon. La verità delle nostre vite non consente di iscriverci alla destra omofobica. Le nostre biografie sono strettamente a intrecciate a quelle di sorelle e fratelli lesbiche, gay e trans, e per una parte di noi coincidono. Il femminismo, come ha riconosciuto Michel Foucault, ha dato moltissimo alla lotta Lgbt, e l'abbiamo fatto anche noi singolarmente, fino alle ultime piazze per le unioni civili.

Questo forse rende più complesso tenere conto delle nostre argomentazioni critiche al ddl, e misurarcisi. Anche perché siamo convinte che Zan e gli altri firmatari del ddl comprendono benissimo di che cosa stiamo parlando.

E' davvero così difficile capire che non è possibile che una parlamentare venga perseguita per avere detto che "solo le donne partoriscono" (sta capitando in Norvegia)? Che è assurdo permettere a persone con corpi di uomini intatti partecipare alle competizioni sportive femminili? Che è molto pericoloso per le donne consentire a uomini che per ragioni di comodo si dichiarano donne di essere detenuti nelle carceri femminili (sta capitando in California, 270 richieste di trasferimento)? Che uno che si percepisce donna da 15 mesi non può pretendere, come sta facendo, di entrare in un convento femminile (sta capitando in Olanda)? (qui menzioniamo solo fatti degli ultimi giorni). Che non si possono imbottire di ormoni bambine e bambini di 8 anni, rendendoli rachitici e infertili, solo perché mostrano comportamenti non perfettamente conformi al loro sesso, come peraltro è capitato a quasi tutte-i noi? E che non è accettabile che a Vancouver, Canada, un padre sia stato incarcerato per essersi opposto ai puberty blockers somministrati alla sua bambina? (oggi si terrà una manifestazione in solidarietà dell'uomo, già minacciata dai transattivisti).

No, non è difficile. Chiunque abbia buon senso lo capisce. Questa è l'identità di genere, nella sua versione non glitterata e fashion. Il fatto è che l'identità di genere sta al centro del ddl Zan, e noi vogliamo parlarne. Vogliamo parlare di questo e di altre cose.

Chiudiamo quindi con l'ennesima richiesta a Zan e agli altri firmatari del ddl di accettare un confronto serio, approfondito e argomentato (dell'unica che giusto nei giorni scorsi si era detta forse disponibile, Monica Cirinnà, non abbiamo più tracce).


Buona parte delle notizie pubblicate da Feminist Post non le leggerai altrove. Per questo è importante sostenerci, anche con un piccolo contributo: Feminist Post è prodotto unicamente grazie a lavoro volontario di molte e non gode di alcun finanziamento.
Se pensi che il nostro lavoro possa essere utile per la tua vita, saremo grate anche del più piccolo contributo.

Puoi darci il tuo contributo cliccando qui: Patreon - Feminist Post
Potrebbe interessarti anche
30 Maggio 2023
Spagna: anche il sesso woke tra le ragioni della fine di Podemos
Ley Trans. Legge “solo sì è sì” che ha ridotto le pene ai criminali sessuali. E ora anche un Manifesto per l’educazione sessuale per tutt* che mette a rischio la sicurezza di bambine e bambini. Lo spirito è sempre lo stesso: una sessualità queer promossa dalla ministra uscente Irene Montero. Che però a quanto pare elettrici ed elettori non gradiscono. Un’analisi della docente Juana Gallego, femminista colpita dalla cancel culture
Alle elezioni amministrative di ieri in Spagna la sinistra ha rovinosamente perso -come in Italia, del resto. In particolare si è registrata la bruciante sconfitta di Podemos che in molte regioni arriva quasi a estinguersi. Nelle analisi sul voto spagnolo forse non si dà sufficiente rilievo a due leggi-manifesto di Podemos, e in particolare della ministra transfemminista Irene Montero: la legge “Solo sì è sì”, che ha ridotto le pene per i crimini sessuali, e la Ley Trans, che ha […]
Leggi ora
26 Maggio 2023
Stavolta sì: sulla pelle dei bambini
Contro la sentenza della Corte di Cassazione, che impedisce la trascrizione integrale degli atti di nascita dei bambini nati da utero in affitto ammettendo che solo il genitore biologico venga nominato e indicando per il suo compagno/a la stepchild adoption, a Milano alcune coppie di uomini starebbero intraprendendo una nuova forma di resistenza: non registrare nemmeno il genitore biologico -o entrambi o nessuno- lasciando il figlio in un limbo amministrativo in cui, in questo caso sì, resterebbe privo dei più elementari diritti, dal pediatra alla scuola
Dopo che la Prefettura di Milano, in applicazione di una sentenza della Corte di Cassazione, ha bloccato le trascrizioni degli atti integrali di nascita dei bambini nati per iniziativa di coppie dello stesso sesso -indicando come strada la trascrizione del solo genitore biologico e per il suo compagno/a la stepchild adoption, ovvero l'adozione in casi particolari, perfettamente legittimante- al comune di Milano si starebbe verificando questo, secondo quanto riportato dalla vicepresidente PD del Consiglio Comunale, Roberta Osculati: le coppie di […]
Leggi ora
22 Maggio 2023
Transgender: la vittoria del Puer Aeternus
Evoluzione dell’unisex che lottava contro gli stereotipi di genere, il fenomeno “gender” tra le/gli adolescenti esprime il tentativo di sottrarsi al debito-onere biologico e il bisogno di sentirsi disimpegnati rispetto alla natura matrigna. Ma il transgender non è affatto artefice di sé stesso: semmai è succube di uno “spirito” totipotente che schiavizza mente e psiche. E il movimento gay che sostiene la simulazione puerile non vede che è proprio l’identità omosessuale a far la fine peggiore
L’ideologia transgender va oltre la rivendicazione transessuale della costruzione del sesso mediante sottrazione o addizione di qualcosa a partire da una matrice, perché contesta l’esistenza stessa del maschio e della femmina, e soprattutto della seconda, rendendo il genere femminile un prodotto di norme educative, bricolage o artigianato fai da te, negozio di estetica, laboratorio chimico, tavolo chirurgico. Entrambe si appellano alla “verità” della creazione onnipotente dei sessi, destituiti di effettiva realtà. Le giovani donne in particolare sono purtroppo terreno fertile […]
Leggi ora
15 Maggio 2023
Jama: quando gli uomini partoriscono
In un incredibile studio di recente pubblicazione la rivista dell’American Medical Association, tra le più importanti del settore, prova a dare fondamento scientifico all’idea che il parto non sia un’esperienza solo femminile. Perché se fosse esclusiva sarebbe anche escludente. Un’operazione sul linguaggio in colluttazione con la realtà
Come si sa ci sono parole che non si possono più utilizzare soprattutto nei documenti e negli studi scientifici internazionali. In cima all'elenco delle parole tabuizzate tutti i termini che hanno a che vedere con la differenza femminile intesa come possibilità esclusiva di mettere al mondo esseri umani, e dunque: "donna" -se biologicamente intesa e non aperta a definire persone non nate donne-, "madre" e "materno", "seno", con riferimento all'allattamento e così via. L'operazione sul linguaggio ha l'obiettivo di qualificare […]
Leggi ora
13 Maggio 2023
Nelle norme contro la violenza sulle donne si parli di sesso e non di "identità di genere": lettera aperta al Parlamento Europeo
La violenza contro le donne non si potrà contrastare se i testi di leggi e trattati non faranno chiaramente riferimento al sesso e non al “genere”. Ci uniamo a gruppi femministi e gender critical in un appello ai parlamentari europei che si esprimeranno sulla proposta antiviolenza della Commissione: scrivete chiaramente nel testo che le donne e le ragazze sono le persone di sesso femminile e non lasciate alcuno spiraglio alla gender ideology
Anche noi abbiamo sottoscritto la lettera alla Commissione europea sulla lotta alla violenza contro le donne e agli abusi domestici redatta da WORIADS, coalizione di cittadine-i gender critical che ha l’obbiettivo di informare e sensibilizzare le istituzioni europee sui pericoli dell’identità di genere. La lettera chiede che le norme europee sulla violenza contro le donne riconoscano chiaramente la categoria del sesso biologico. Riportiamo a seguire il testo completo che sarà inviato ai membri del Parlamento Europeo che si esprimeranno sulla […]
Leggi ora
11 Maggio 2023
La Convenzione di Istanbul è delle donne! La destra non ostacoli la ratifica dell'Europa
Astenendosi dal voto di ieri, preliminare all’adesione europea al più importante trattato contro la violenza sulle donne, gli europarlamentari di Lega e Fratelli d’Italia cedono alle pressioni dei Pro Vita che leggono quel documento come anti-famiglia e pro-gender (le stesse preoccupazioni espresse dal premier turco Erdogan). Ma l’Italia ha già aderito alla Convenzione e a quanto pare l’orientamento del governo non sarebbe questo. E le rivendicazioni Lgbtq non c’entrano nulla. Le donne tra due fuochi misogini: l’estremismo religioso e le strumentalizzazioni queer
Ieri in Europa è stata approvata una risoluzione chiede all’Ue di aderire alla Convenzione di Istanbul (2011), il più importante trattato internazionale -giuridicamente vincolante- contro la violenza sulle donne e la violenza domestica. L'Italia ha già ratificato la Convenzione nel 2013, mentre 6 paesi europei (Bulgaria, Cechia, Ungheria, Lettonia, Lituania e Slovacchia) non l'hanno ancora fatto. Il voto di ieri è preliminare all'adesione dell'intera UE alla Convenzione. Incredibilmente gli eurodeputati di Fratelli d'Italia e della Lega si sono astenuti dal voto. […]
Leggi ora