Corpi maschili negli sport femminili: finalmente qualcosa si muove

Era ora: la FIDAL, Federazione Italiana di Atletica Leggera, si adegua alle direttive della World Athletics per garantire equità nelle competizioni sportive femminili dettando rigide condizioni per la partecipazione delle atlete trans. Intanto Martina Navratilova chiarisce che “il tennis femminile non è per maschi falliti” ribellandosi a un’ingiustizia che, dice, “è patriarcato”
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Mentre la tennista Martina Navratilova viene ricoperta di contumelie per avere ribadito l'ovvio, cioè che è stufa di vedere corpi maschili che sbancano nel tennis femminile (ultimo caso in ordine di tempo quello della trans USA Alicia Rowley, la vedete al centro nella foto in apertura) aggiungendo che "il tennis femminile non è per maschi falliti" e che "è patriarcato che gli uomini biologici insistano sul diritto di competere nella categoria femminile nello sport" (La Repubblica parla con sgomento e disapprovazione di un'"entrata a gamba tesissima, inaspettata": inaspettata forse solo da Repubblica, visto che Navratilova si batte da sempre per salvare gli sport femminili)... una novità positiva arriva finalmente dalla FIDAL, Federazione Italiana di Atletica Leggera.

In un regolamento deliberato il 2 agosto si precisa che tutti gli atleti transgender (FtM) devono consegnare al referente del settore sanitario un'autodichiarazione di identità di genere maschile e seguire il protocollo sanitario federale; ma è soprattutto per le atlete MtF che si stringono le maglie. Infatti le sportive nate uomini e transitate al femminile per poter competere nelle categorie femminili: 
1. non devono aver sperimentato alcuna forma di pubertà maschile successiva alla stadiazione Tanner (che segna inizio dello sviluppo puberale nella donna) o dopo i 12 anni di età (in sostanza, i loro corpi non devono essersi sviluppati al maschile)
2. fino dalla pubertà devono aver mantenuto continuativamente la concentrazione di testosterone nel siero al di sotto dei 2,5 nmol/L e devono altresì continuare a mantenere la suddetta concentrazione di testosterone entro il limite di cui sopra per tutto il periodo in cui intendano essere eleggibili nel genere femminile.

Se questi requisiti non verranno mantenuti si decade dalla eleggibilità nel nuovo genere ed eventualmente si perdono primati e titoli conseguiti.

La FIDAL - si legge - ha adottato tali norme conformemente a quanto prescrive la World Athletics per garantire condizioni di equità  e pari opportunità nelle competizioni sportive.
La decisione, di perfetto buon senso, arriva tuttavia in forte ritardo. Qui il nuovo regolamento FIDAL.

La FISPES, Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali (alla quale fa riferimento Valentina Petrillo, il più celebre caso di atleta trans MtF in Italia) non si è ancora adeguata a queste nuove regole. In effetti la presenza di Petrillo assicura una notevole visibilità e pubblicità alla categoria. Quindi, a meno di cambi di rotta dell'ultim'ora, per le atlete paralimpiche la situazione non cambierà.

Marina Terragni (informativa di Fausta Quilleri)


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