Conosciamo Roberto Saviano come un difensore della libertà di opinione e di stampa. Così si è sempre presentato. Non soltanto per i rischi corsi personalmente, ma per avere in più occasioni difeso la libertà di pensiero con prese di posizioni pubbliche, spiegando che un giornalista deve “poter fare il proprio lavoro senza essere attaccato sul piano personale, senza un clima di minaccia” e lamentando che “qualsiasi voce critica sa di potersi aspettare ritorsioni”.
In questi giorni Monica Ricci Sargentini, giornalista del Corriere della Sera, è stata oggetto di una lettera di richiamo dal proprio giornale, con la minacciata sospensione di tre giorni dal lavoro e dallo stipendio, appunto per avere espresso (privatamente) un’opinione.
Ma, come ha scritto Saviano in un’altra occasione, “per un giornalista, fare delle domande o formulare delle opinioni non è altro che la sua funzione e il suo diritto”. Però, ribatte chi difende il provvedimento contro la giornalista, l’opinione espressa è contro il proprio giornale, anzi, contro l’articolo firmato dallo stesso Saviano sull'allegato Sette in cui l’autore attacca la legge Merlin, riproponendo la tesi già avanzata da Salvini secondo cui la prostituzione andrebbe regolarizzata e trattata come un qualunque mestiere liberamente scelto.
L’articolo ha scatenato la protesta delle donne, con una pioggia di mail contrarie che ha sommerso la redazione del Corriere. La colpa di Sargentini è di aver condiviso i contenuti dell’iniziativa femminista- senza parteciparvi personalmente- anche se in forma privata.
La domanda a questo punto è inevitabile: ma Saviano cosa ne pensa? Perché tace? Impossibile che un alfiere della libertà del giornalista di esprimersi e di fare domande e critiche senza subire ritorsioni sia d’accordo con il provvedimento che ha colpito la giornalista. Impossibile pensare che Saviano ritenga che il limite alla libertà del giornalista sia la conformità con la linea del giornale in cui si scrive; impossibile sospettare che il silenzio dello scrittore dipenda dal fatto che la critica delle femministe riguardi proprio lui.
Impossibile.
Aspettiamo quindi che Saviano, noto per il suo coraggio, manifesti tutto il suo sdegno per il provvedimento contro Sargentini, e proclami al mondo che chi difende la libertà di pensiero ha il dovere di battersi in primo luogo per chi non la pensa come lui.
Eugenia Roccella
qui la petizione che chiede al Corriere della Sera di revocare la sanzione a Monica Ricci Sargentini