di Jennifer Bilek
L'equiparazione delle parafilie con una sana sessualità è molto pericolosa, ed è una equiparazione che avviene sotto l'ombrello dell'"identità di genere". Si spaccia per un movimento per i diritti umani, ma in realtà è disumanizzazione. Questo non è un caso.
L'"identità di genere", promossa da élite coinvolte nella normalizzazione del transessualismo e del transumanesimo, fa parte di un complesso tecno-medico che si serve della rete per promuovere la propria ideologia.
I principali fattori che normalizzano le parafilie sono internet, la biofobia e, per estensione, l'odio verso le donne. Internet, il cuore pulsante della tecno-distopia nella quale stiamo sprofondando, sta cambiando la nostra cultura, i nostri pensieri, il nostro mondo e anche il significato dell'essere umani, e molto più velocemente di quanto si possa immaginare. Questo apparato è legato alle industrie che si sono sviluppate attorno all'oggettificazione sessuale delle donne a scopo di lucro: pornografia, prostituzione, maternità surrogata, ed ora "identità di genere". Queste industrie ci stanno pilotando molto più rapidamente del tempo che ci servirebbe per opporci e resistere.
Internet non è uno strumento elaborato per permetterci di ritrovarci tutti in un unico coffee shop mondiale a conversare. Internet veniva utilizzato dai militari come strumento di spionaggio e ora è un veicolo per portare la propaganda dello stato nelle nostre case, nelle nostre aziende e nelle nostre coscienze. È usato per controllarci.
Più ci allontaniamo da ciò che siamo - organicamente, come parti di un sistema vivente - più ci trinceriamo nella tecnologia, più rinunciamo alla nostra vita. Questo è un processo che consiste, ad esempio, nell'abbracciare la necrofilia, la prima e ultima parafilia, quella che eroticizza la morte anziché la vita, e di cui tutte le altre parafilie sono propaggini. Sempre più spesso optiamo per una oggettificazione sessuale in luogo del desiderio di relazioni e legami, scegliamo macchinari morti al posto di entità viventi, intelligenze artificiali al posto di una coscienza vivente e robot sessuali al posto di donne in carne ed ossa. Celebriamo la nostra progressiva dissociazione. Siamo diventati compulsivamente dipendenti da ciò che non è umano, da ciò che non ci restituisce nulla.
Sessualità è un termine che indica l'attrazione sessuale e l'orientamento sessuale verso un'altra persona, sia dello stesso sesso sia del sesso opposto o di entrambi i sessi. Si basa sulla connessione, l'attrazione, il desiderio, la reciprocità e la carnalità.
Le parafilie sono qualcosa di completamente diverso: sono spesso definite perversioni o disturbi psicosessuali, in cui la gratificazione sessuale è ottenuta attraverso pratiche o fantasie che coinvolgono una fonte di eccitazione sessuale bizzarra, deviante o molto insolita (come un animale o un oggetto) e che può impedire o compromettere la capacità di ricevere amore o affetto reciproco.
Ciò che rende le parafilie anomale e devianti non è la resistenza o la cautela da parte della maggioranza della società, bensì le loro qualità ossessive, dissocianti, compulsive e oggettivanti che riguardano l'eccitazione erotica di una persona. Questi elementi caratteristici delle parafilie sono proprio ciò che impedisce l'intimità e la connessione con il prossimo. Le compulsioni sessuali, così come le dipendenze, conducono le persone con parafilie alla disperazione, una disperazione che infliggono agli altri, in quanto quest'ultimi non riusciranno mai a soddisfare il desiderio di connessione di cui le parafilie e le dipendenze hanno bisogno ma che contemporaneamente respingono.
Più ci allontaniamo dall'attrazione sessuale fondata sulla connessione con gli altri, fondata sull'incarnazione, più insistiamo sul fatto che le parafilie dovrebbero essere socialmente normalizzate, come infatti avviene nell'attuale "identità di genere" - o movimento anti-realtà - che costituisce una manifestazione sessualmente dissociativa e oggettivante.
Il sesso e l'attrazione sessuale vengono decostruiti per il profitto, l'eugenetica e l'ingegneria sociale, tutti mezzi creati per allontanare la nostra evoluzione dalla vita e integrarci alle macchine. Queste pratiche sono alimentate da tecnologie che si sviluppano molto più velocemente della nostra capacità di gestirle e che sono controllate da élite che, nutrite da ciò che il capitale può offrire e spinte dalla dipendenza, prosperano sulla capacità di controllare le persone per soddisfare la loro disperazione.
La vita è connessione. Il sesso è connessione. Le parafilie sono dipendenza, ossessività, ruminazione, controllo, oggettivazione. Distruggono le connessioni. Sono contro la vita.
Mentre il lucro sulla pelle delle donne e gli sviluppi tecnologici avanzano, intensificati da un mercato totalitario che si nutre della sofferenza umana, della tortura degli animali e della devastazione del nostro pianeta, noi perdiamo il controllo come dei tossicodipendenti, dirigendoci verso una notte molto lunga e buia. Siamo posseduti e non riusciamo a vedere la foresta attraverso gli alberi, e dove tutta questa dissociazione ci sta portando.
L'"identità di genere", la decostruzione del sesso, la violazione del confine tra maschio e femmina con interventi chirurgici e prodotti chimici; considerare tutto questo come trattamento per le persone con disforia legata al sesso o come espressione di sè significa investire nel completo indebolimento della realtà. Investire, cioè, nella spirale di morte in cui ci troviamo come specie. È l'espressione massima della necrofilia, l'erotizzazione della morte. È la religione di coloro che ci stanno portando nella distopia tecnologica alla quale assistiamo.
Dobbiamo guardare più in profondità a ciò che sta accadendo. Dobbiamo lottare per scegliere la vita. Dobbiamo considerare le parafilie per che sono, dipendenze nate dalla disconnessione, se vogliamo uscire da questa spirale di morte.
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Traduzione di Angela Tacchini