Maternità lesbica: lettera aperta a Kathleen Stock

La filosofa gender critical si dice preoccupata per i diritti delle madri lesbiche negati “dal governo Meloni”. Ma a decidere che solo le madri biologiche possono comparire negli atti di nascita è stata la magistratura e non il governo. Perché il diritto possa riconoscere la differenza sessuale nella procreazione è necessario che le donne omosessuali rompano il fronte con i ricchi maschi gay che ricorrono a utero in affitto: l’omogenitorialità è solo ideologia
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Abbiamo seguito con attenzione e sorellanza la vicenda di Kathleen Stock, filosofa gender critical, autrice tra l'altro di Material Girls: Why Reality Matters for Feminism (Little, Brown Book Group, 2021) ed ex-docente all'università del Sussex perseguitata dai transattivisti: la sua storia l'abbiamo raccontata qui. Insieme a Martina Navratilova e a Julie Bindel Stock ha recentemente fondato The Lesbian Project allo scopo di riaffermare la specificità dell'identità lesbica. Finalità del progetto è "fermare la scomparsa delle lesbiche nella zuppa arcobaleno e dare loro una voce politicamente indipendente e non-partisan".

Qualche giorno fa Kathleen si è occupata dell'Italia con un articolo pubblicato su Unherd dal titolo Lesbian mothers should be on birth certificates (Le madri lesbiche devono comparire sui certificati di nascita) in cui si fa riferimento tra l'altro alla decisione della Procura di Padova di rimuovere da 33 certificati di nascita già registrati il nome della madre non-biologica.

Con questa lettera aperta vorremmo confrontarci con Stock sulle importanti questioni che il suo articolo mette a fuoco ( here the letter in Italian and in English).


Dear Kathleen,

confermandoti la nostra vicinanza e la nostra stima leggiamo il tuo editoriale sull'Italia, il suo governo e le sue posizioni sui diritti LGBT+. Vero quello che dici in premessa, e cioè che per ogni politico, di destra o di sinistra, le questioni LGBT+ possono costituire un ricco piatto elettorale, occasione per guadagnare consensi schierandosi in un senso o nell'altro. Succede da molti anni soprattutto nel mondo anglosassone, ma anche nel nostro Paese la faccenda ha un certo peso.

Facendo riferimento al caso di Padova scrivi che il governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni avrebbe deciso per i figli di coppie lesbiche che nel certificato di nascita compaia solo il nome della madre biologica, lasciando aperta la strada dell'adozione per l'altra donna.

Le cose non sono andate esattamente in questo modo. L'indicazione di non trascrivere integralmente gli atti di nascita, riportando i nomi di entrambe le donne -o di entrambi gli uomini, o anche, nel caso delle coppie eterosessuali che abbiano fatto ricorso a surrogacy all'estero, di entrambi i genitori intenzionali, sia quello biologico sia quello non biologico- non è una decisione del governo ma della magistratura.

Con due diverse sentenze, la prima del maggio 2019, la seconda del dicembre 2022, la Corte di Cassazione ha disposto per il genitore non biologico la strada dell'adozione, precisamente un tipo di percorso adottivo, pienamente legittimante, denominato "adozione in casi particolari" e riservato ai minori che non siano in stato di abbandono.

Molti media in lingua inglese, come The Guardian e la rete USA CNN, hanno riportato scorrettamente la notizia, riconducendo la non-trascrivibilità a una legge varata dal governo di centrodestra. Ma nel 2019, data della prima sentenza, il governo di centrodestra non era ancora in carica e nel dicembre 2022, data della seconda sentenza, il governo Meloni si era insediato da appena due mesi e non si era occupato della questione. Nemmeno in seguito governo e Parlamento italiano hanno mai emanato leggi che avessero a che vedere con i diritti LGBT+.

E' successo semmai che -ignorando le sentenze della Cassazione- i sindaci di alcune città italiane hanno continuato a trascrivere integralmente questi atti di nascita. Siamo state proprio noi femministe radicali, con l'obiettivo di contrastare il ricorso a surrogacy all'estero -in Italia, come forse saprai, la pratica da sempre è punita dalla legge- a sollecitare il governo perché facesse definitivamente chiarezza. Il governo ha dunque chiarito che le sentenze della Cassazione andavano applicate e che non sarebbe stato più possibile trascrivere questi certificati di nascita.

Tu scrivi anche: "Tired of the erasure of biological motherhood on multiple fronts these days — whether from activists renaming trans-identified fathers as “mothers”, or from surrogacy enthusiasts presenting a birth mother as a fancy kind of packaging from which a beautiful baby can eventually be unboxed — campaigners such as Kellie-Jay Keen (aka Posie Parker) and others have endorsed Meloni’s conclusion. Any concessions to the renaming of biological reality are “the thin end of the wedge”, Keen argues — where the thick end presumably involves schoolgirls believing they are boys, transwomen photographing themselves “breastfeeding”, and other forms of present or future definitional anarchy". (Stanche della cancellazione della maternità biologica su più fronti in questi giorni - sia dagli attivisti che rinominano i padri trans-identificati come "madri", sia dagli entusiasti della maternità surrogata che presentano una madre naturale come un tipo di confezione stravagante da cui un bel bambino può alla fine essere disimballato - attiviste come Kellie-Jay Keen (alias Posie Parker) e altre hanno approvato la conclusione di Meloni. Qualsiasi concessione alla ridenominazione della realtà biologica è "l'estremità sottile del cuneo", sostiene Keen - la cui estremità più spessa presumibilmente implica che le studentesse credano di essere ragazzi, le donne trans che si fotografano "allattando" e altre forme di anarchia definitoria presente o futura".

In tutta franchezza pensiamo che Posie Parker non abbia torto. Anche se vorremmo -il punto è questo- che il diritto sapesse rappresentare la differenza sessuale in fatto di procreazione, cosa che non fa, schiacciando tutto in un paritarismo neutro formale che distorce la realtà dell'esperienza umana. Un'ultima sentenza della Cassazione un paio di giorni fa ha affermato che la fecondazione eterologa a cui fanno spesso ricorso le donne lesbiche (e che in Italia è consentita solo a coppie eterosessuali con accertati problemi di infertilità) è come la surrogacy, e che la madre non biologica non può essere trascritta nell'atto di nascita.

Dunque per la legge una madre è pari a un padre, e due donne che vogliono formare una famiglia sono equivalenti a due uomini anche se sappiamo benissimo che non è così. Etero, lesbica o bisessuale, una donna in salute e dell'età giusta dispone in proprio di quasi tutto quello che serve per procreare, mentre due uomini senza comprare ovociti e senza pagare una madre gestante non possono nulla. Le donne non avrebbero alcun bisogno di rivolgersi al mercato della fecondazione assistita (ci piacerebbe sapere che cosa pensi dello spericolato metodo ROPA).

Questa differenza viene occultata nel linguaggio dalla definizione "coppie omogenitoriali", formula ideologica che crea moltissimi problemi. In Italia su 10 famiglie "omogenitoriali" 8-9 sono costituite da donne. Ma anche le associazioni che si occupano di tutelare queste famiglie (Famiglie Arcobaleno è presieduta da una donna) questa differenza non la vogliono considerare e la sacrificano agli uomini che ricorrono a surrogacy: insomma tante, troppe madri lesbiche si mettono al servizio dei gay, qui in Italia diciamo che si comportano come "le mogli dei gay", sempre pronte a soccorrerli e a mettere le loro esigenze davanti alle proprie.

Parlare di omogenitorialità è solo un grande favore che si sta facendo agli uomini. L’ombrello dell’“omogenitorialità” è un dispositivo ai danni delle donne.

Tu stessa fai riferimento alla differenza sessuale quando scrivi del "code of silence over how lesbian relationships might differ from the gay male kind — bizarrely, since in many ways a female-female couple is the opposite of a male-male one. The general conceit, for the purposes of equality narratives, was (and still is) that any differences — either with heterosexual couples, or with homosexual couples of the opposite sex — are superficial, and that we are all the same really. Any diversion from this approved line tended to result in immediate cries of homophobia, and still does". (C'è un codice di silenzio su come le relazioni lesbiche possono differire dal tipo gay maschile - stranamente, dal momento che per molti versi una coppia donna-donna è l'opposto di una coppia maschio-maschio. La presunzione generale, ai fini delle narrazioni sull'uguaglianza, era (ed è tuttora) che qualsiasi differenza - sia con le coppie eterosessuali, sia con le coppie omosessuali del sesso opposto - sia superficiale e che siamo tutti uguali in realtà. Qualsiasi deviazione da questa linea approvata tendeva a provocare immediate grida di omofobia, e lo fa ancora). 

E ancora: "Also hard to acknowledge — but still true — is that, like straight male counterparts, gay male parents are on average less likely than females to feel confident in caring for young children. A society that could mention these things easily could also offer more support for those that require it" (E' anche difficile riconoscere, ma comunque vero che come le controparti maschili etero i genitori maschi gay hanno in media meno probabilità rispetto alle femmine di sentirsi sicuri nella cura dei bambini piccoli. Una società che potesse facilmente menzionare queste cose potrebbe anche offrire più supporto a coloro che lo richiedono).

Ma come ben sai queste cose non si possono menzionare per non creare problemi agli uomini che ricorrono a surrogacy. Siamo al loro servizio. Saprai anche che in Italia è in via di approvazione una legge che renderà punibile il ricorso alla maternità surrogata anche qualora realizzata all'estero -come avviene sempre-: questa in effetti sarebbe la prima legge, da quando il governo Meloni è in carica, che ha a che vedere con i cosiddetti diritti LGBT+, anche se la stragrande maggioranza di chi ricorre a questa pratica è costituita da coppie eterosessuali e le lesbiche sono in assoluto i soggetti meno interessati alla questione.

Noi femministe radicali sosteniamo fortemente questa nuova legge, con un approccio decisamente non-partisan, e con noi la sostengono tutte le maggiori associazioni che nel mondo si oppongono alla surrogacy, da Stop Surrogacy Now a Ciams a Finnrage, e femministe impegnate da sempre sul fronte della questione riproduttiva come Sylviane Agacinski, Gena Corea, Phyllis Chesler (puoi leggere qui i loro comunicati di appoggio).

In definitiva: la strada è quella che insieme a Martina Navratilova e Julie Bindel tu stessa hai indicato dando vita a The Lesbian Project: la specificità lesbica. Vale anche in fatto di procreazione.

L'orientamento omosessuale che le donne lesbiche hanno in comune con i maschi gay -e anche su questo ci sarebbe molto da discutere- non è ragione sufficiente per continuare a pensare di poter costituire un fronte comune sul piano della riproduzione, e dunque sul piano del diritto che la regola.

Serve un atto di protagonismo da parte delle lesbiche: la loro maternità, se la desiderano, non ha nulla a che vedere con la paternità di gay ricchi che comprano figli da donne in stato di bisogno e cercano di fare valere questo mercato come diritto LGBT+, pretendendo un impegno solidale da parte delle donne omosessuali. Questo piano paritario è meramente ideologico. Reality Matters, come recita il titolo del tuo libro.

Perché la differenza sessuale in fatto di procreazione possa essere riconosciuta dalla legge è necessario che venga anzitutto riconosciuta e sostenuta dalle donne, e in particolare, con coraggio, dalle donne lesbiche.

In sisterhood

Marina Terragni


The gender critical philosopher says she is concerned about the rights of lesbian mothers denied "by the Meloni government". But it was the judiciary and not the government that decided that only biological mothers can appear on birth certificates. In order forthe law to recognize the sexual difference in procreation, it is necessary for homosexual women to break with the rich gay males who resort to surrogacy: same sex biological parents is only an ideology 

We have followed the story of Kathleen Stock with attention and sisterhood, gender critical philosopher, author, among other things, of Material Girls: Why Reality Matters for Feminism (Little, Brown Book Group, 2021) and former professor at the University of Sussex persecuted by transactivists: we told her story here. Together with Martina Navratilova and Julie Bindel, Stock recently founded The Lesbian Project with the aim of reaffirming the specificity of lesbian identity. The aim of the project is "to stop the disappearance of lesbians in the rainbow soup and to give them a politically independent and non-partisan voice". 

A few days ago Kathleen spoke of Italy with an article published in Unherd with the title Lesbian mothers should be on birth certificates  in which reference is made to the decision of the Padua Prosecutor's Office to remove the name of the non-biological mother from 33 registered birth certificates. 

With this open letter we would like to discuss with Stock the important issues that your article focuses on. 

Dear Kathleen, 

confirming our closeness and our esteem, we read your editorial on Italy, its government and its positions on LGBT+ rights. What you say in the introduction is true, namely that for every politician, right or left, LGBT+ issues can constitute a rich electoral dish, allowing them to gain support by siding in one direction or another. It has been happening for many years especially in the Anglo-Saxon world, but the matter also has a certain weight in our country. 

Referring to the case of Padua, you write that the center-right government led by Giorgia Meloni has allegedly decided that only the name of the biological mother should appear in the birth certificate for the children of lesbian couples, leaving the path of adoption open for the other woman. 

That’s not exactly what happened. The decision not to transcribe the birth certificates in full, reporting the names of both women - or of both men, or even, in the case of heterosexual couples who have resorted to surrogacy abroad, of both intended parents, both organic and non-organic - it is not a decision of the government but of the judiciary. 

With two different sentences, the first in May 2019, the second in December 2022, the Court of Cassation ordered the path of adoption for the non-biological parent, precisely a type of adoptive path, fully legitimizing, called "adoption in particular cases " and reserved for minors who are not in a state of abandonment. 

Many English-language media outlets, such as The Guardian and the US network CNN, misreported the news, attributing the non-transcribability to a law passed by the centre-right government. But in 2019, the date of the first sentence, the center-right government was not yet in office and in December 2022, the date of the second sentence, the Meloni government had been in office for just two months and had not dealt with the issue. Indeed, even since then the Italian government and Parliament have ever enacted laws that have to do with LGBT+ rights. 

If anything, - ignoring the sentences of the Cassation - the mayors of some Italian cities continued to transcribe these birth certificates in full. It was us radical feminists, with the aim of countering the use of surrogacy abroad - in Italy, as you may know, the practice has always been punishable by law - to urge the government to definitively clarify. The government therefore clarified that the sentences of the Cassation had to be applied and that it would no longer be possible to transcribe these birth certificates. 

You also write: "Tired of the erasure of biological motherhood on multiple fronts these days — whether from activists renaming trans-identified fathers as “mothers”, or from surrogacy enthusiasts presenting a birth mother as a fancy kind of packaging from which a beautiful baby can eventually be unboxed — campaigners such as Kellie-Jay Keen (aka Posie Parker) and others have endorsed Meloni’s conclusion. Any concessions to the renaming of biological reality are “the thin end of the wedge”, Keen argues — where the thick end presumably involves schoolgirlsbelieving they are boys, transwomen photographing themselves “breastfeeding”, and other forms of present or future definitional anarchy"

In all fairness we think Posie Parker is not wrong. Even if we would like - the point is this - that the law could represent the sexual difference in terms of procreation, which itdoesn't do, crushing everything in a formal neutral equality that distorts the reality of the human experience. A final ruling by the Cassation a couple of days ago affirmed that heterologous fertilization which lesbian women often resort to (and which in Italy is permittedonly to heterosexual couples with proven infertility problems) is like surrogacy, and that the non-biological mother cannot be transcribed on the birth certificate. 

Therefore, according to the law, a mother is equal to a father, and two women who want to start a family are equivalent to two men, even if we know very well that this is not the case. Straight, lesbian or bisexual, a healthy woman of the right age has almost everything she needs to procreate on her own, while two men can do nothing without buying eggs and paying for a pregnant mother. Women would have no need to turn to the IVF market (we'd like to know what you think of the reckless ROPA method)

This difference is hidden in the language by the definition "homoparental couples", an ideological formula that creates many problems. In Italy, out of 10 same-parent families, 8-9 are made up of women. But even the associations that take care of protecting these families (Famiglie Arcobaleno is chaired by a woman) do not want to consider this difference and sacrifice it to men who resort to surrogacy: in short, many, too many lesbian mothers put themselves at the service of gays, here in Italy we say that they behave like "gay's wives", always ready to help them and put their needs before their own. 

Talking about same-sex parenting is just a big favour being done for men. The umbrella of "homoparenting" is a device against women. 

You yourself refer to sexual difference when you write about the "code of silence over how lesbian relationships might differ from the gay male kind — bizarrely, since in many ways a female-female couple is the opposite of a male-male one. The general conceit , for the purposes of equality narratives, it was (and still is) that any differences — either with heterosexual couples, or with homosexual couples of the opposite sex — are superficial, and that we are all the same really. tended to result in immediate cries of homophobia, and still does".

And again: "Also hard to acknowledge — but still true — is that, like straight male counterparts, gay male parents are on average less likely than females to feel confident in caring for young children. A society that could mention these things easily could also offer more support for those that require it" easily mentioning these things might even offer more support to those who request it". 

But as you well know, these things cannot be mentioned so as not to create problems for men who resort to surrogacy. We are at their service. You will also know that in Italy a law is being approved which will make the use of surrogacy punishable even if carried out abroad -as it always happens-: in fact this would be the first law, since the Meloni government has been in office, which it has to do with the so-called LGBT+ rights, even if the vast majority of those who resort to this practice are made up of heterosexual couples and lesbians are by far the least interested in the issue. 

We radical feminists strongly support this new law, with a decidedly non-partisan approach, and all the major associations in the world that oppose surrogacy support it with us, from Stop Surrogacy Now to Ciams to Finnrage, and feminists who have always been committed to the front of the reproductive issue such as Sylviane Agacinski, Gena Corea, Phyllis Chesler (you can read their press releases of support here)

Ultimately: the road is the one that you yourself indicated together with Martina Navratilova and Julie Bindel giving life to The Lesbian Project: the lesbian specificity. It also applies to procreation. 

The homosexual orientation that lesbian women have in common with gay men - and there would be much to discuss about this too - is not a sufficient reason to continue thinking that we can form a common front in terms of reproduction, and therefore in terms of laws that regulate it. 

We need an act of protagonism on the part of lesbians: their motherhood, if they want it, has nothing to do with the paternity of rich gays who buy children from women in need and try to make this market count as an LGBT+ right, demanding a solidarity commitment on the part of homosexual women. This level playing field is merely ideological. Reality Matters, as the title of your book says. 

For sexual difference in procreation to be recognized by law, it must first be recognized and supported by women, and in particular, courageously, by lesbian women. 

In sisterhood

(translated by Elaine Kelly)


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