Dalla Donna Clitoridea alla Donna Anale

Se ti sottrai a quel tipo di sesso allora sei vecchia, repressa e perfino escludente. Perché come insegna il transfemminismo le donne sono solo una minoranza del mondo Lgbtq e devono adeguarsi a pratiche sessuali "paritarie", rinunciando al "privilegio" delle proprie modalità di piacere. E cancellando la verità del proprio corpo e del proprio desiderio. Dunque, cancellando se stesse
Condividi questo articolo

Gli uomini italiani sono sempre stati così fissati con il sesso anale?

Per la generazione dai 40 in giù il sesso anale, onnipresente nella pornografia, oggi viene imposto alle donne sempre di più anche nella vita reale.

Nonostante il gran parlare di sesso e sessualità, il corpo e la sessualità femminile sono più tabù che mai. Le ragazze non si confrontano tra di loro, ognuna è isolata ed è spinta a credere di doversi “sforzare”, perché lo fanno tutte. Anche quelle che nella pratica rifiutano di farlo sono comunque convinte che “per l’uomo il buco migliore è quello, perché è più stretto” e vengono fatte sentire in colpa se non se la sentono.

Da che cosa viene questa imposizione? Senz’altro il dilagare della pornografia ha aiutato a normalizzare la pratica. Ma la pornografia è solo propaganda misogina.

L’“obbligo” al sesso anale è imposto non solo dagli uomini sulle donne, dai ragazzi -pornodipendenti- sulle ragazze, ma anche da donne su altre donne. Spesso sono le cosiddette “transfemministe” che operano nel mainstream -basta vedere giornali e riviste destinati a un target femminile-giovanile che al sesso anale dedicano numerosi servizi- e fanno educazione sessuale nelle scuole a proporre il sesso anale alle ragazze come una forma di “autodeterminazione” e a gridare nelle piazze "sesso anale contro il capitale" (visto abitualmente nei cortei di Non Una di Meno).

Queste donne che si identificano come “transfemministe” hanno completamente invertito la direzione che il femminismo della differenza negli anni ’70 indicava alle donne. Se Carla Lonzi proponeva alle ragazze il passaggio da Donna Vaginale a Donna Clitoridea, il transfemminismo impone la Donna Anale come modello di libertà sessuale. Se tu non lo accetti, se non ti piace, ti senti umiliata e degradata dalla pratica, sei repressa e "vecchia" (e perfino "escludente") a prescindere dalla tua età anagrafica.

Nel suo saggio del 1971 La donna clitoridea e la donna vaginale, Lonzi indicava la Donna Vaginale come soggetta al piacere coitale-maschile e diceva la verità del corpo delle donne: l’organo del piacere sessuale femminile non è la vagina ma la clitoride.

La Donna Clitoridea rappresenta dal punto di vista simbolico l'autonomia del desiderio femminile, e non solo quello sessuale.

Il transfemminismo non soltanto torna a una sessualità penetrativa -secondo la quale la donna ha bisogno del fallo per provare piacere- ma sostituendo la penetrazione vaginale con quella anale cancella definitivamente il corpo femminile. Non è più la vagina il “buco” da penetrare, ma quell’altro “buco” che non è prerogativa delle donne. Si tratta, in questa logica, di neutralità paritaria con le pratiche omosessuali maschili e queer.

La Donna Anale è donna senza il “privilegio” del corpo femminile.

La Donna Anale è anche la donna che l’uomo può penetrare per il suo piacere, ma che non rimane incinta -nell’epoca della denatalità, del rifiuto paterno e di Big Fertility, la “proprietà anticoncezionale” del sesso anale non sfugge agli uomini. E nemmeno alle ragazze, alle quali è stato fatto credere che è meglio fuggire dalla “casa in fiamme” del corpo femminile e dal grande dono di poter creare la vita.

Di fronte alla propaganda del transfemminismo che è ormai dappertutto, dalle scuole ai social dei giovanissimi al mondo del business, oggi noi giovani donne abbiamo bisogno più che mai del pensiero della differenza.

Questo passaggio ideologico, potenzialmente devastante per l'identità femminile, potrebbe avere anche a fare con l'epidemia di vulvodinia, disturbo che sta dilagando tra le giovani donne. Ma di questo parleremo un'altra volta.

Maria Celeste


Buona parte delle notizie pubblicate da Feminist Post non le leggerai altrove. Per questo è importante sostenerci, anche con un piccolo contributo: Feminist Post è prodotto unicamente grazie a lavoro volontario di molte e non gode di alcun finanziamento.
Se pensi che il nostro lavoro possa essere utile per la tua vita, saremo grate anche del più piccolo contributo.

Puoi darci il tuo contributo cliccando qui: Patreon - Feminist Post
Potrebbe interessarti anche
22 Settembre 2023
Il vero mondo al contrario
Non c’è un mondo dritto -la tradizione- contro un mondo storto -il trans-progressismo-. I due mondi che si fronteggiano perpetuano il patriarcato in modi diversi ma con lo stesso obiettivo: mantenere il dominio sulle donne. Una stortura millenaria: l’usurpazione maschile di spazi fisici e metafisici femminili
Il dibattito politico e sociale vede scontrarsi i sostenitori di due modelli di mondo, uno scontro metafisico e filosofico più che strettamente politico. Polemica che da donne osserviamo con perplessità: due modelli contrapposti e apparentemente inconciliabili, tradizione contro modernità, valori antichi e sacri a fronte di una fluidità ubiquitaria, la famiglia di un tempo contro quella queer…. Da una parte e dall'altra campioni del mondo patriarcale che parlano il linguaggio delle ideologie del “secolo breve”. Tutti affermano di stare dalla […]
Leggi ora
11 Settembre 2023
Uteri femminili in corpi maschili
Il sogno invidioso di sempre -poter fare figli senza le donne, cancellare le madri, insomma il Graal- è sempre più vicino a realizzarsi: nel giro di 5-10 anni anche le persone trans MtF, biologicamente uomini, potranno ricevere un trapianto di utero e condurre una gestazione. Desiderio-diritto “inclusivo” che migliorerebbe la qualità della loro vita e attenuerebbe i sintomi della disforia. Mentre la vita e la salute di bambine e bambini nati da queste pratiche non preoccupano i bioetici
Euronews dà conto dei rapidi progressi della ricerca sul fronte del trapianto di utero, con particolare riferimento alla richiesta delle persone trans MtF il cui corpo resta biologicamente maschile, mentre le persone FtM, se conservano il loro apparto genitale femminile, possono intraprendere una gravidanza come qualunque altra donna: i "padri incinti" di cui la stampa mainstream ama dare notizia non sono altro che donne che si autoidentificano come uomini. Nell'articolo, che qui traduciamo, le donne vengono definite donne cis-, suffisso […]
Leggi ora
9 Agosto 2023
Spagna: detenuta incinta di compagno di cella trans
L’uomo -corpo maschile intatto e nessuna terapia ormonale- aveva chiesto e ottenuto di essere spostato nel carcere femminile di Alicante perché si “autopercepiva” donna (self-id). La gravidanza di una compagna di cella è il risultato. E la nuova Ley Trans, in vigore dal dicembre 2022, renderà più facili e frequenti questi trasferimenti
Nel Centro Penitenziario di Alicante Cumplimiento, noto come carcere di Fontcalent, un detenuto che si identifica come donna ha messo incinta una compagna di cella. Secondo il racconto confermato da diverse fonti penitenziarie, il detenuto stava scontando da diversi anni una pena nel modulo maschile del carcere, ma durante la sua permanenza ha iniziato a identificarsi come donna. Sui documenti continua a comparire come uomo e non si è mai sottoposto a trattamenti ormonali né tanto meno a interventi chirurgici. […]
Leggi ora
4 Agosto 2023
Maternità lesbica: lettera aperta a Kathleen Stock
La filosofa gender critical si dice preoccupata per i diritti delle madri lesbiche negati “dal governo Meloni”. Ma a decidere che solo le madri biologiche possono comparire negli atti di nascita è stata la magistratura e non il governo. Perché il diritto possa riconoscere la differenza sessuale nella procreazione è necessario che le donne omosessuali rompano il fronte con i ricchi maschi gay che ricorrono a utero in affitto: l’omogenitorialità è solo ideologia
Abbiamo seguito con attenzione e sorellanza la vicenda di Kathleen Stock, filosofa gender critical, autrice tra l'altro di Material Girls: Why Reality Matters for Feminism (Little, Brown Book Group, 2021) ed ex-docente all'università del Sussex perseguitata dai transattivisti: la sua storia l'abbiamo raccontata qui. Insieme a Martina Navratilova e a Julie Bindel Stock ha recentemente fondato The Lesbian Project allo scopo di riaffermare la specificità dell'identità lesbica. Finalità del progetto è "fermare la scomparsa delle lesbiche nella zuppa arcobaleno e dare […]
Leggi ora
3 Agosto 2023
Il "diritto" ad avere una schiava: Agar e l'utero in affitto
Da giorni i sostenitori della Gpa rilanciano festanti la “notizia”: perfino Dio ammette che una donna faccia un figlio per altri come dimostra la narrazione biblica di Sara -moglie di Abramo incapace di concepire- e della sua serva Agar che le prestò il grembo. Si rivendicano quindi anche oggi temporary slave a disposizione: un vero cortocircuito etico e politico. E un autogoal. Anche perché il racconto di Genesi andrebbe letto tutto
Da giorni sui social i sostenitori dell'utero in affitto, in particolare molti attivisti Lgbtq+ e loro sostenitori, rilanciano la storia della schiava Agar e di suo figlio Ismaele (Genesi 16 e 21) per supportare la liceità e la bontà della propria causa. Il senso sarebbe: perfino Dio ammette che una donna faccia un figlio per altri. Dunque: niente di male nella nostra rivendicazione. Di fatto, anche noi abbiamo diritto ad avere schiave. Un cortocircuito logico, politico ed etico. Non sanno […]
Leggi ora
2 Agosto 2023
Sfuggire alla follia trans
“Voglio che si sappia che c’è una speranza. I giovani con ‘disforia di genere’ e le loro famiglie possono essere aiutati con un percorso psicologico” scrive nel suo ultimo libro la psichiatra americana Miriam Grossman. Spiegando nei particolari ed empaticamente la sua proposta terapeutica. E indicando nella propaganda martellante del transcult l’ostacolo più insidioso
Miriam Grossman è una psichiatra statunitense. Quello che segue è un estratto modificato pubblicato da Gender Clinic News del suo nuovo saggio Lost in Trans Nation: A Child Psychiatrist's Guide Out of the Madness. Una lettura molto interessante ed "empatica" soprattutto per quelle famiglie che si trovino ad affrontare il problema di una figlia/o adolescente con "disagio di genere". James sfoggia una barba trasandata. Sarah indossa gonne e non si preoccupa dei pronomi. Taylor vuole parlare del college, non del […]
Leggi ora