Juana Gallego, scrittrice e docente all'Universitat Autònoma de Barcelona -Master di Genere e Comunicazione- è sotto attacco da parte degli studenti queer che prima dell'inizio del corso hanno annunciato al coordinatore del master che avrebbero boicottato le sue lezioni a causa delle idee che esprime sui media o nel suo blog. Una vicenda che ricorda quella di molte altre docenti -il caso più famoso quello di Kathleen Stock- allontanate dalle università per le loro posizioni gender critical. Della questione della censura nelle accademie abbiamo parlato più volte: vedere qui e qui, qui e ancora qui.
Le femministe spagnole della rete Confluencia Movimiento Feminista hanno diffuso un comunicato a sostegno di Gallego -a seguire il testo tradotto-: potete aderire all'iniziativa cliccando qui. "Il movimento femminista è già perseguitato in Spagna nonostante la "legge trans" non sia stata ancora approvata. Questa legge prevede sanzioni, revoca delle licenze a chi osa dissentire sulla base di criteri scientifici e deontologici professionali, nonché revoca dell'affidamento e sanzioni disciplinari per incuria alle famiglie e ai tutori legali dei giovani minorenni. È una legge bavaglio che giustifica la diffamazione, il silenzio, la cancellazione e la persecuzione ideologica e politica delle femministe per il fatto che dicono la verità sulla dottrina queer e sul transgenderismo. Femministe storiche come Lidia Falcón, scrittrici femministe come Lucía Etxebarría e professioniste femministe come Carola López Moya hanno subito e stanno subendo cancellazione e molestie istituzionali che non sono ammissibili in uno stato di diritto.
Affinché tutto ciò sembri accettabile il patriarcato neoliberista ha iniettato per anni la sua propaganda nei giovani con il sostegno istituzionale, finanziario e mediatico. Si è infiltrato nel movimento femminista per neutralizzarlo dall'interno. Ha disumanizzato e stigmatizzato le femministe. Insomma, ha sfruttato la debolezza della sinistra sprofondata nella politica postmoderna delle identità ed è sempre più incapace di comprendere tutte le dimensioni politiche del mercato globale.
L'assalto alle università è iniziato da tempo e le attuali generazioni di studenti e un grande numero di insegnanti riproducono ciecamente dogmi e strategie antidemocratiche. La corruzione degli obiettivi e delle funzioni delle Unità e degli Osservatori per l'uguaglianza, che erano stati creati sostenere la promozione delle donne negli istituti di istruzione superiore, rivela il livello di penetrazione ideologica del patriarcato neoliberista attraverso la dottrina queer e il transattivismo.
Nella Conferenza DoFemCo dello scorso novembre sono state portate orribili testimonianze di docenti nelle università spagnole, britanniche, canadesi, argentine e brasiliane vittime di molestie insopportabili a fronte del silenzio delle loro istituzioni, fino alla perdita di incarichi accademici e al licenziamento, una resa all'ortodossia intellettuale di un corpo studentesco che impedisce, ad esempio, di definire “donna” una donna umana adulta o di condannare lo sfruttamento sessuale e riproduttivo delle donne.
Il Movimento femminista spagnolo, organizzato e rappresentato da decine di organizzazioni provenienti da tutto il paese, condanna fermamente questa persecuzione ideologica e politica e chiede che le autorità accademiche e politiche, private e statali, pongano fine immediata e senza incertezza a questa situazione, in coerenza con le ragioni scientifiche ed essendosi dichiaratamente impegnate a favore della democrazia e delle politiche di uguaglianza.
Chiediamo inoltre che il danno causato all'immagine e all'integrità accademica della professoressa Juana Gallego venga riparato nell'istituto di appartenenza, e che si ripristini il clima di pluralità, rispetto personale e dibattito intellettuale essenziale per costruire e trasmettere la conoscenza e per contribuire al miglioramento della società".
A seguire il testo di boicottaggio della mia persona inviato dagli studenti del master in cui ho insegnato più o meno le stesse materie di Gallego -Filosofia ed etica della comunicazione- presso l'università IUAV di Venezia. Come si può osservare si tratta di veri e propri testi fotocopia, con gli stessi capi di accusa formulati nello stesso linguaggio.
In seguito a questa lettera IUAV mi ha invitato a rinunciare all'incarico, richiesta che ho respinto con fermezza.
Cara Professoressa X,
e care Proff. Y e Z (che ci leggono in copia),
inoltro questa mail a nome di tutte e tutti noi studenti del master in Management della Comunicazione e delle Politiche Culturali.
Apprendiamo perplessi della nomina di Marina Terragni come titolare del corso di ‘Filosofia ed etica dell’informazione contemporanea’, previsto per il secondo modulo. Alla luce delle posizioni reazionarie ed escludenti espresse in molti articoli del suo blog e post pubblici sulle sue pagine social, ci diciamo quindi contrarie e contrari a questa scelta. Rivendichiamo tale opposizione poiché riteniamo le sue posizioni non semplicemente lontane dalle nostre, ma più gravemente offensive e inconciliabili con il progetto di IUAV e di questo master. Basti citare l’apertura dell’ateneo alle carriere con ‘identità alias’, di contro all’opposizione di Terragni verso il ‘self-id’ e l’autodeterminazione delle persone trans, ma anche le critiche infondate alle teorie queer, che siamo invece felici siano state incluse fra i contenuti del master. Questa scelta minaccia l’integrità di un percorso espressamente legato ai discorsi femministi, intersezionali e queer, e mette potenzialmente in discussione le sue aule come spazio sicuro. Ci spinge a dirlo innanzitutto l’uso fatto da Terragni delle piattaforme di comunicazione, così centrali per questo insegnamento.
Chiediamo spiegazioni per questa scelta, con stima e fiducia nei confronti del suo giudizio, ma sosteniamo con altrettanta convinzione la nostra posizione. Accogliamo il suo invito a un pensiero e una pratica di trasformazione, ma questa non è la direzione in cui vogliamo che il master proceda.
Cordialmente,
il Corpo Studentesco del Master
Marina Terragni