Bambine e bambini sono target privilegiato per la propaganda del transbusiness. Sono loro che vanno convinte-i di essere "nate-i in un corpo sbagliato" e di doversi avviare alla transizione, prima con bloccanti della pubertà, quindi con ormoni e chirurgia. La propaganda ha corso anche in molte scuole italiane che stanno già organizzando incontri sulla cosiddetta "carriera alias", ovvero sulla possibilità di farsi chiamare con un nome diverso da quello registrato all'anagrafe e corrispondente al "genere percepito".
Il "genere percepito" (identità di genere) è l'architrave del ddl Zan contro l'omobitransfobia in discussione al Senato.
Diversamente dal passato oggi sono soprattutto le bambine ad avviarsi in questo percorso (nel 75-80 per cento dei casi), ad assumere ormoni e a sottoporsi alla doppia mastectomia. Sempre più raramente, invece, intorno al 10 per cento dei casi, i maschi che "si percepiscono" donne assumono farmaci o si sottopongono a interventi di demolizione dei genitali o all'inserimento di protesi mammarie.
In questo filmato una madre dello Utah mostra un pene in silicone dimensionato per bambine di età inferiore ai 5 anni, oggetto in vendita in molti stati americani. Il pene viene consigliato alle bambine dal comportamento "non conforme" (come se esistesse qualcosa di non conforme nella prima infanzia). Come vedete nel filmato, va infilato nei pantaloncini per simulare il volume di genitali maschili. In questo modo le bambine possono "sentirsi a proprio agio" con l'identità di genere percepita.
In una scuola inglese, invece, una newsletter interna insegna alle ragazzine a cui sta spuntando il seno quali sono i modi giusti per comprimerlo in modo da ottenere un "aspetto più piatto e maschile", nell'attesa di potersi eventualmente sottoporre a una doppia mastectomia risolutiva.
Le studentesse del sesto anno di una top grammar school femminile hanno inviato una newsletter alle alunne di 11 anni spiegando come fasciare il proprio seno. Questo ha spinto la Safe Schools Alliance a segnalare la scuola femminile Nonsuch High School di Cheam, nel Surrey, al Dipartimento dell'Istruzione.
In una dichiarazione la scuola - diretta da Amy Cavilla - ha difeso la newsletter, affermando che questa mirava ad "informare, promuovere e sensibilizzare riguardo alle questioni LGBTQ+". La newsletter spiegava come fasciare il proprio seno per ottenere un "aspetto più piatto e maschile", oltre ad includere link a siti con maggiori informazioni sulla pratica. Secondo un rapporto del Times, se la fasciatura del seno era troppo scomoda, veniva suggerito un intervento chirurgico per rimuovere il tessuto del seno.
“La mia paura è che le ragazze seguano questi link. Non riesco a capire perché una newsletter con simili informazioni dovrebbe essere prodotta per le ragazze in una scuola, specialmente per quelle di 11 anni” ha detto una madre con due figlie nella scuola. “Non capisco perché la scuola dovrebbe consigliare alle ragazze di fasciarsi il seno così tanto da farsi male e poi, se fa troppo male, suggerire la rimozione del proprio seno. Perché dicono queste cose alle mie figlie?”
La Safe Schools Alliance ha segnalato la scuola al Dipartimento dell'Educazione, descrivendo la newsletter come "inquietante". In una dichiarazione, la scuola ha rivelato che la newsletter, scritta dalla società studentesca LGBTQ+, aveva l'intenzione di “dare consigli di sicurezza alle giovani che possono prendere in considerazione pratiche rischiose … L'interesse e la curiosità per questi temi non riguardano necessariamente uno specifico gruppo di età. L'informazione può salvaguardare le bambine che cercano risposte a domande che non possono avere e che non possono trovare in solitudine".
L'ultima ispezione scolastica di Nonsuch High School risale al 2013, quando la scuola è risultata essere di “un buon livello" e promotrice della differenza tra gli studenti.
articolo originale qui (traduzione di Angela Tacchini)
ma ne parla anche The Times qui