Di Wesley J. Smith
Inizialmente sono stati i britannici, in seguito gli svedesi. Ed ora il panico morale transgender sta ricevendo varie obiezioni anche da parte dei finlandesi.
Le linee guida mediche finlandesi sono ora contrarie all'uso della maggior parte dei farmaci bloccanti della pubertà ed alla transizione di adolescenti, tranne per quel che riguarda casi particolarmente gravi e, comunque, anche in tal caso, solo in un ambito di ricerca.
In primo luogo, si è notato che la maggior parte dei casi di transgenderismo giovanile si risolve durante la pubertà. Inoltre il cosiddetto blocco della pubertà non dovrebbe essere tra i primi interventi praticati per alleviare l'angoscia e il disagio del minore.
Dalle linee guida sul trattamento della disforia di genere giovanile, recentemente tradotte in inglese (tradotte non ufficialmente), si legge:
"L'identificazione cross-sex nell'infanzia, anche in casi più estremi, generalmente scompare durante la pubertà. Tuttavia, in alcuni casi, persiste o addirittura si intensifica. La disforia di genere può anche emergere o intensificarsi all'inizio della pubertà. C'è una considerevole variazione nei tempi di insorgenza della pubertà in entrambi i sessi. Il trattamento di prima linea per la disforia di genere è il sostegno psicosociale e, se necessario, la psicoterapia e il trattamento di eventuali disturbi psichiatrici in comorbilità".
Il blocco della pubertà può causare gravi effetti collaterali fisici:
"I rischi potenziali della terapia GnRH includono l'interruzione della mineralizzazione ossea e gli effetti ancora sconosciuti sul sistema nervoso centrale. Nelle ragazze trans, la soppressione puberale precoce inibisce la crescita del pene, richiedendo l'uso di fonti alternative di tessuto da innestare per una potenziale futura vaginoplastica. L'effetto della soppressione puberale e degli ormoni cross-sex sulla fertilità non è ancora noto".
Come ho sempre ripetuto, l'utilizzo di farmaci bloccanti della pubertà è una sperimentazione umana:
"Alla luce delle prove disponibili, la riassegnazione di genere dei minori è una pratica sperimentale. Sulla base degli studi che esaminano l'identità di genere nei minori, gli interventi ormonali possono essere considerati prima di raggiungere l'età adulta in quelli con identità transgender fermamente stabilite, ma deve essere fatto con molta cautela, e nessun trattamento irreversibile dovrebbe essere iniziato. Le informazioni sui potenziali danni delle terapie ormonali stanno lentamente aumentando e non vengono riportate sistematicamente. È fondamentale ottenere informazioni sui benefici e sui rischi di questi trattamenti in ambienti di ricerca scientifica rigorosi".
Qualsiasi blocco della pubertà intrapreso dovrebbe essere parte di uno studio sperimentale, non un intervento genericamente disponibile, e bisognerebbe attendere tempi necessario per vedere se le cure psicologiche e il tempo possono risolvere il problema:
"Un giovane che è già entrato nella pubertà può essere inviato alla clinica di ricerca sull'identità di genere dei minori al TAYS o all'HUS per studi approfonditi sull'identità di genere se la variazione dell'identità di genere e la relativa disforia non riflettono la temporanea ricerca di identità tipica della fase di sviluppo dell'adolescenza e non si placano una volta che il giovane ha avuto l'opportunità di riflettere sulla propria identità, ma piuttosto la sua identità e lo sviluppo della personalità sembrano essere stabili".
L'uso degli ormoni bloccanti della pubertà dovrebbe essere l'eccezione, non la regola:
"Sulla base di una considerazione approfondita e caso per caso, l'inizio di interventi ormonali che alterano le caratteristiche sessuali può essere considerato prima che la persona abbia 18 anni solo se si può accertare che la sua identità in quanto sesso opposto è di natura permanente e causa una grave disforia. Inoltre, deve essere confermato che il giovane sia in grado di comprendere il significato dei trattamenti irreversibili e i benefici e gli svantaggi associati alla terapia ormonale per tutta la vita, e che non vi siano delle controindicazioni".
Infine, niente mastectomie giovanili:
"I trattamenti chirurgici non fanno parte dei metodi di trattamento della disforia causata da conflitti di genere nei minori. L'inizio e il monitoraggio dei trattamenti ormonali devono essere centralizzati presso le cliniche di ricerca sull'identità di genere presso HUS e TAYS".
Il movimento transgender sostiene che le persone che si oppongono al blocco della pubertà nei bambini con disforia di genere siano degli "haters", cioè degli odiatori. Invece è vero il contrario. Peraltro, coloro che immediatamente affermano l'identità transgender nei bambini possono fare loro un danno terribile.
Qualcuno lo dica all'Accademia Americana dei Pediatri.
Articolo originale qui
Traduzione di Angela Tacchini