Danimarca: basta ormoni ai bambini! Lo dicono perfino i trans

Dopo Uk, Svezia, Finlandia, Norvegia e Olanda anche la Danimarca dice stop ai bloccanti della pubertà per ragazze-i non conformi al genere: quei farmaci sono sperimentali e non ci sono prove scientifiche che funzionino. Ma qui l’iniziativa del governo è sostenuta da importanti associazioni LGBT: è la prima volta che succede. E in Italia? Non si riesce nemmeno a sapere quanti sono i minori trattati
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Anche la Danimarca fa marcia indietro sui bloccanti della pubertà a bambine/i confusi sul loro sesso: il sistema sanitario danese d’ora in poi offrirà terapie psicologiche e non più farmaci alle/agli adolescenti che non abbiano segnalato disagio nel loro sesso di nascita fin dall’infanzia. Lo ha annunciato la ministra della salute Sophie Løhde nel corso di un dibattito parlamentare che ha bocciato la proposta di vietare totalmente la transizione di genere ai minori presentata dal partito populista Nye Borgerlige (Nuova Destra).

La Danimarca si unisce dunque a Svezia, Finlandia, Norvegia e Olanda, paesi pionieri della transizione di genere che negli ultimi anni stanno vietando l’uso dei puberty blockers e degli ormoni del sesso opposto sui minori, riconoscendoli come trattamenti sperimentali e privi di evidenze scientifiche.

Ma il fatto rilevante è che in Danimarca la richiesta di porre fine alla transizione medica dei minori è guidata da uno dei maggiori gruppi LGBT mainstream del paese, il Danish Rainbow Council, lanciato nel 2022 e presieduto dal transessuale FtoM Marcus Dib Jensen, conosciuto per il suo canale YouTube in lingua inglese The Offensive Tranny. E' la prima volta che dalle stesse persone trans arriva una ferma critica alla cosiddetta terapia affermativa. L'organizzazione è impegnata nella tutela dei minori e nel riconoscimento della disforia di genere come disturbo mentale e si oppone alle derive dell'ideologia di genere.

«È importante capire quanto sia significativo che ben l'80% dei bambini che in precedenza si sottoponevano all'intervento chirurgico di riassegnazione del sesso ora, secondo le parole della ministra, non potranno più sottoporsi a questo trattamento controverso e irreversibile» ha dichiarato il vicepresidente del Danish Rainbow Council Jesper W. Rasmussen.

La ministra Løhde ha dichiarato che la Clinica di Sessuologia -la gender clinic principale di Copenaghen, presso l'ospedale specializzato Rigshospitalet- offrirà il trattamento con farmaci solo «se il bambino o l’adolescente ha avuto disforia di genere fin dall'infanzia», mentre «se la disforia di genere è iniziata in concomitanza con la pubertà, il giovane può essere indirizzato, tra l'altro, a un processo di riflessione o chiarimento», ha detto Løhde. «Questo processo viene spesso portato a termine senza trattamento medico, poiché non lo si ritiene indicato».

Queste misure riguarderanno dunque il gruppo più numeroso dei pazienti delle cliniche di genere: ragazze e bambine che sulla soglia della pubertà manifestano improvvisamente un disagio verso il loro corpo femminile (si veda qui per la differenza tra la transizione MtoF e quella FtoM).

«Dopo le dichiarazioni della ministra" dicono dal Danish Raimbow "abbiamo ricevuto diverse e-mail da genitori sollevati di bambini affetti da ROGD (disforia di genere a insorgenza rapida) e nei prossimi mesi terremo sotto controllo se questi bambini continueranno a essere liberi dalla riassegnazione ormonale del sesso, richiedendo regolarmente l'accesso alle statistiche sui trattamenti della Clinica di Sessuologia».

La notizia la leggete qui (traduzione e adattamento di Maria Celeste)


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