Ciao ciao "Lia": stop mondiale ai nuotatori trans nelle gare femminili

Nonostante lo scandaloso e opportunistico silenzio dei media sportivi, La Federazione Mondiale del Nuoto chiude ai corpi maschili nelle gare femminili (qualcosa del genere è stato deciso anche per il ciclismo). Presto, si spera, arriveranno tutte le altre categorie. I casi "Lia" Thomas, trans ruba-trofei, non si ripeteranno più. Onore alle atlete che hanno combattuto contro questa colossale ingiustizia. E a tutte noi che resistiamo da anni alla violenza misogina della gender ideology
Condividi questo articolo

Lottare serve: un pezzo dopo l'altro il muro della trans-ideologia sta crollando.

E mentre i democratici americani -parola di Hillary Clinton- prendono clamorosamente le distanze dal transattivismo perché si rendono conto che su questi temi rischiano di giocarsi la presidenza degli Stati Uniti, la Fina (Fédération Internationale de Natation), organo di governo mondiale del nuoto, ha votato a favore di nuove regole secondo le quali gli atleti transgender non potranno gareggiare nelle competizioni d'élite femminili se hanno attraversato una qualsiasi parte del processo di pubertà maschile. La Fina intende inoltre istituire una categoria "aperta" nelle gare per i nuotatori la cui identità di genere è diversa dal sesso di nascita.

Il documento di 34 pagine, approvato con il 71% dei voti dei 152 membri della Fina, afferma che gli atleti transgender MtF sono ancora idonei a gareggiare nella categoria femminile "a condizione che non abbiano sperimentato alcuna parte della pubertà maschile oltre lo stadio Tanner 2 [che segna l'inizio dello sviluppo fisico], o prima dei 12 anni, se successivo". Ciò significa che Lia Thomas -IL nuotatrice ruba-trofei, di cui vi abbiamo parlato qui-, che ha espresso il desiderio di competere per un posto alle Olimpiadi, non potrà partecipare nella categoria femminile.

"L'approccio della Fina nella stesura di queste regole è stato completo, basato sulla scienza e inclusivo e, cosa importante, ha posto l'accento sull'equità competitiva" ha dichiarato alla BBC Brent Nowicki, direttore esecutivo della Fina. Il presidente della Fina, Husain Al-Musallam, aggiunge: "La Fina accoglierà sempre ogni atleta. La creazione di una categoria aperta significherà che tutti avranno l'opportunità di competere a un livello d'élite. Questo non è mai stato fatto prima, quindi la Fina dovrà aprire la strada". (Articolo integrale qui)

La decisione della Fina fa seguito alla recente decisione dell'UCI (Union Cycliste Internationale), l'organo di governo internazionale del ciclismo, di dotarsi di parametri più severi per l’inclusione di atleti nati uomini nella categoria femminile. I regolamenti precedenti richiedevano che i ciclisti avessero livelli di testosterone inferiori a 5 nanomoli per litro (nmol/L) per un periodo di 12 mesi prima della competizione. L'UCI ha modificato il livello consentito a 2,5 nmol/L per un periodo di 24 mesi.

La revisione delle regole UCI arriva dopo il caso Bridges, maschio 21enne diventato « transgender » da pochi mesi che non e` stato ritenuto ideoneo a gareggiare nella categoria femminile, sul quale si era espresso anche Boris Johnson, in seguito alla protesta di atlete ed ex-atlete che chiedevano pari opportunita’ e equita’ della competizione (vedere qui).


Buona parte delle notizie pubblicate da Feminist Post non le leggerai altrove. Per questo è importante sostenerci, anche con un piccolo contributo: Feminist Post è prodotto unicamente grazie a lavoro volontario di molte e non gode di alcun finanziamento.
Se pensi che il nostro lavoro possa essere utile per la tua vita, saremo grate anche del più piccolo contributo.

Puoi darci il tuo contributo cliccando qui: Patreon - Feminist Post
Potrebbe interessarti anche
9 Dicembre 2023
Anche l'America frena sugli ormoni ai bambini "trans"
Partono negli USA le prime cause da parte di giovani trattati con bloccanti della pubertà e ormoni che hanno visto peggiorare la loro condizione. E l’AAP -associazione dei pediatri americani- annuncia la revisione delle proprie linee guida fino a oggi favorevoli a questi trattamenti. Intanto una ricerca dimostra che la cosiddetta “terapia affermativa” non migliora affatto la situazione delle/dei giovani con disforia. Che anzi si sentono meglio quando la sospendono
In tutto il mondo occidentale la cosiddetta terapia affermativa di genere per i minori (puberty blocker a cui seguono ormoni cross sex e chirurgia) è da tempo oggetto delle pesanti critiche di medici ed esperti, anche pentiti di averla prescritta, che ne segnalano la pericolosità e l'inefficacia: qualcuno ha detto che in futuro ne parleremo come di uno dei più grandi scandali della storia della medicina, paragonabile al ricorso alla lobotomia su 50 mila pazienti psichiatrici a metà del secolo […]
Leggi ora
12 Novembre 2023
Israele 7 ottobre: appello perché venga riconosciuto come femminicidio di massa
Le donne vittime dell’attacco di Hamas non sono state uccise come tutti gli altri civili: sono state esposte nude, stuprate, brutalizzate, umiliate, decapitate, i loro corpi bruciati e fatti a pezzi. “Volevamo sporcarle” dicono i terroristi. La violenza contro queste donne risponde alla definizione di femminicidio di massa: dalla Francia una petizione alle ONG internazionali
Le donne vittime dell’attacco di Hamas non sono state uccise come tutti gli altri civili: sono state esposte nude, stuprate, brutalizzate, umiliate, decapitate, i loro corpi bruciati e fatti a pezzi. “Volevamo sporcarle” dicono i terroristi. La violenza contro queste donne risponde alla definizione di femminicidio di massa: dalla Francia una petizione alle ONG internazionali
Leggi ora
10 Novembre 2023
Accademici britannici contro la cancel culture
Il prossimo 20 novembre sarà presentato il London Universities Council for Academic Freedom, ente che riunisce un centinaio di docenti delle maggiori università inglesi con l’intento di lottare contro la censura e il pensiero unico che negli ultimi anni hanno impedito il confronto e la libertà accademica compromettendo la formazione di migliaia di studenti. Nel mirino soprattutto realtà Lgbtq+ come Stonewall che hanno pesantemente influenzato l’istruzione universitaria e superiore. Era ora, and go on!
Come riportato dal The Telegraph oltre un centinaio di accademici provenienti dalle migliori università britanniche hanno unito le forze per fronteggiare la crescente minaccia della cancel culture attraverso la creazione di un nuovo ente dedicato alla libertà accademica. In una pionieristica iniziativa gli studiosi hanno dato vita al "London Universities Council for Academic Freedom" (Consiglio delle università londinesi per la libertà accademica), che coinvolge tutte le istituzioni accademiche della capitale tra cui l'University College London (UCL), il King's College London, […]
Leggi ora
9 Novembre 2023
13 novembre a L'Aja contro l'utero in affitto
La Conferenza di Diritto Internazionale Privato spinge per il riconoscimento transnazionale dei contratti di gestazione per altri con l'intento di forzare le legislazioni nazionali a vantaggio dei profitti del biomercato. La coalizione Icams contro la GPA ha organizzato una manifestazione in difesa della dignità delle donne e contro il mercato di bambine e bambini
La Coalizione internazionale per l’abolizione della maternità surrogata (ICASM) ha organizzato per il 13 novembre una manifestazione internazionale davanti alla Conferenza dell’Aja di diritto internazionale privato (HCCH) per opporsi alla regolamentazione della “maternità surrogata” transfrontaliera.  Si sta infatti cercando di imporre una regolamentazione internazionale per la cosiddetta “maternità surrogata”: dal 13 novembre l’HCCH istituirà un gruppo di lavoro con il compito di redigere una convenzione per consentire il riconoscimento transfrontaliero dei contratti. Questo per  soddisfare la crescente domanda nel biomercato […]
Leggi ora
8 Novembre 2023
Canada: infermiera gender critical rischia il posto
Amy Hamm lavora in un reparto di psichiatria ed è sotto inchiesta per avere promosso in rete i diritti delle donne basati sul sesso e la tutela dei minori. Il BCCNM, ente che regolamenta la professione infermieristica, intende sospenderla a meno che non partecipi a un programma di rieducazione ma Amy si oppone: l’udienza è in corso. La giornalista USA Megyn Kelly l’ha intervistata
L'infermiera canadese Amy Hamm - una delle fondatrici della coalizione no-profit Canadian Women Sex Based Rights (caWsbar) - lavora in un reparto di psichiatria acuta specializzato in salute mentale e consumo di sostanze. Amy rischia di perdere la propria licenza infermieristica e il lavoro poiché avrebbe promosso in rete i diritti delle donne basati sul sesso e la tutela dei minori. Negli ultimi anni, Amy è stata oggetto di un'indagine da parte del British Columbia College of Nurses & Midwives […]
Leggi ora
6 Novembre 2023
Basta farmaci a bambine/i con disforia di genere!
Per molti anni pioniera dei trattamenti a base di puberty blocker e ormoni per minori “non conformi al genere” oggi la psichiatra finlandese Riittakerttu Kaltiala denuncia queste “terapie” come pericolose, inutili e prive di riscontri scientifici. E invita i medici di tutto il mondo a trovare il coraggio di rompere il silenzio imposto dalla censura degli attivisti e dal muro di gomma dei media
In Italia persiste un ostinato silenzio sui trattamenti farmacologici destinate alle/ai minori con disforia di genere (puberty blocker, ormoni cross sex, chirurgia di "riassegnazione del sesso") secondo il protocollo della cosiddetta terapia affermativa del genere. Non è possibile sapere quante/i minori siano stati trattati o stiano intraprendendo il trattamento, in quanti e quali centri vengano trattati e con quali percentuali di "successo" (o insuccesso). Mentre in tutto il mondo occidentale il dibattito è aperto da tempo e in alcuni Paesi […]
Leggi ora