Candidata iraniana al Nobel per la Pace lancia il "No Hijab Day"

In solidarietà con le donne che in Iran e in Afghanistan rischiano le frustate e il carcere se rifiutano di coprirsi il capo, Masih Alinejad invita alla mobilitazione. Preoccupata che la nuova legge Usa anti-atti "islamofobi" metta a tacere ogni critica. E per quel femminismo liberal occidentale che parla del velo come libertà. Per questo viene accusata "di non amare l'Islam"
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Nell'ambito della campagna social media "Let Us Talk", l'attivista iraniana per i diritti umani e candidata al Premio Nobel per la pace Masih Alinejad ha lanciato il "No Hijab Day" allo scopo di aumentare la consapevolezza sulle donne iraniane e afghane costrette a indossare il velo contro la loro volontà.

Alinejad giudica molto severamente il femminismo liberale e "intersezionale" che parla disinvoltamente dell'hijab come libera scelta.

L'Iran richiede le donne a indossare l'hijab fino dai 7 anni. Le donne possono essere imprigionate, frustate o multate se non si coprono i capelli.

Il “No Hijab Day” di Alinejad è stato lanciato in occasione del “World Hijab Day”, che al contrario incoraggia le donne a indossare l'hijab a sostegno delle musulmane prese di mira a causa della loro fede

Secondo Alinejad le donne oppresse dalle leggi islamiche hanno invece diritto parlare contro l'hijab senza essere etichettate come anti-musulmane.

Lo scorso 15 dicembre negli Stati Uniti è stato approvato un disegno di legge contro l'islamofobia e Alinejad ha espresso la sua preoccupazione che la legge possa mettere a tacere le legittime critiche nei confronti di organizzazioni come i talebani e regimi come quello iraniano che opprimono le donne. Per questo è stata a sua volta accusata di islamofobia.

Molte utenti di Twitter hanno sostenuto le campagne "Let Us Talk" e "No Hijab Day" condividendo foto di se stesse senza velo e clip di filmati pre-rivoluzione che mostrano donne iraniane a capo scoperto.

In Iran alcune attiviste anti-hijab sono in carcere in Iran per aver protestato pacificamente. Saba Kord Afshari è stata condannata a 24 anni di carcere per essersi tolta il velo durante una protesta nel gennaio 2018. 

“Mentre le donne in Occidente celebrano la 'Giornata mondiale dell'hijab', cinque attiviste dei 'Mercoledì bianchi' -manifestazioni contro l'hijab obbligatorio, ndr- sono in prigione solo per aver pacificamente protestato. Non puoi definirti femminista e celebrare qualcosa che è diventato uno strumento nelle mani degli islamisti per opprimere le donne e metterle a tacere" ha detto Alinejad. "Non ho mai sentito la 'Giornata mondiale dell'hijab' difendere quelle donne iraniane e afghane che vengono picchiate e frustate per non aver indossato l'hijab".

Marina Terragni


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