Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha diffuso un documento in cui appoggia l’approccio “affermativo” alla transizione dei minori, che prevede la prescrizione immediata di farmaci bloccanti della pubertà e ormoni a bambine e bambini che si dichiarano a disagio con il proprio genere, saltando la valutazione psicologica per non ritardare in alcun modo la medicalizzazione. Abigail Shrier ha dato la notizia su Twitter (vedere qui).
Ancora una volta l’amministrazione Biden si è dimostrata controcorrente rispetto a paesi pionieri dell’identità di genere, come Svezia, Finlandia, UK, Australia, Francia, che recentemente si sono dotati di nuove linee guida che privilegiano le terapie psicologiche (vedere qui).
Oltretutto, questa posizione va contro anche a quanto recentemente dichiarato dallo stesso WPATH, l’Associazione Professionale Mondiale per la Salute Transgender, che ha chiesto cautela specialmente sulla somministrazione dei bloccanti della pubertà ai minori.
Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti definisce l’approccio “affermativo” –che prevede farmaci e interventi chirurgici sul seno e genitali- come un “diritto dei bambini”, “appropriato” e “necessario” alla loro salute. Inoltre, gli approcci diversi da quello “affermativo” sono chiamati “barriere discriminatorie”.
Nel documento si legge che “impedire agli individui di ricevere cure per l’affermazione del genere” va contro a quanto garantito dal governo federale, e che “leggi e politiche statali che impediscono ai genitori o ai tutori di seguire […] [l’approccio affermativo] possono violare i diritti protetti dalle clausole di equa protezione e giusto processo del quattordicesimo emendamento”.
Si tratta dunque di un tentativo da parte dell’amministrazione Biden di impedire ai singoli stati di legiferare a favore di approcci diversi dalla medicalizzazione dei bambini con disforia di genere. Approcci e leggi che negli Stati Uniti vengono richieste a gran voce non solo dai genitori ma anche da gruppi di professionisti, trai quali i pediatri, come vi abbiamo raccontato qui.
Maria Celeste