Madonna mistress sadomaso

Una Madonna a seno nudo e abbigliata da mistress sadomaso ha sfilato portata in spalla da un gruppo di manifestanti durante il Pride di Cremona. Queste le riflessioni di Daniela Tuscano
Condividi questo articolo

Maria vulva sacra, Madonna del Latte, è una delle più antiche e venerate icone, soprattutto in Medio Oriente e in area etiopica, dove il cristianesimo attecchì fin dal primo secolo. Ancora adesso, il Grotto del Latte a Gerusalemme è meta d’incessanti pellegrinaggi di donne in attesa o desiderose di diventare madri.

Ogni 29 aprile, la Chiesa ortodossa celebra con uno splendido inno i seni di Maria, “vivificante Primavera” che solleva gli infermi dai letti, libera gli afflitti, fortifica i fragili, ristora gli assetati, ridona la vista ai ciechi e la salute ai malati. Gli autori fondono in questo canto il Magnificat e il Vangelo di Matteo, a indicare che la salvezza – non solo in termini spirituali, ma di giustizia umana e sociale – si attua grazie al “sì” di Maria; la quale “sgorga dalla sorgente ruscelli sempre vivi”.

Anche in Occidente la Madonna “femmina” (incinta, puerpera, persino in atto di leggere il testo sacro mentre Giuseppe si prende amorevolmente cura del Bambino) è stata un’immagine ricorrente: si pensi alla Madonna del Parto di Piero della Francesca.

Maria insomma ha, o ha avuto, un corpo – unico, totale e totalizzante –, però non si è mai ridotta a esso, tantomeno a sue parti smembrate. Senza il suo assenso la ri-creazione non avrebbe avuto luogo. Lo rammenta in due folgoranti pagine Luisa Muraro (L’anima del corpo, La Scuola 2016): Maria non equivale certo a un utero in affitto! Basterebbe conoscere il già menzionato Magnificat, uno dei cantici più “rivoluzionari” della Bibbia, per rendersi conto che in Maria non c’è nulla di passivo. Teresa Forcades chiosa:  “Maria è una donna veramente libera.  È stata capace di relazionarsi a Dio da una posizione di parità. Quando Dio le chiede se vuole avere un figlio da Lui,  la sua prima reazione è di stupore… Dio le dice: ‘Io non sono Dio perché detto le regole, perché ti dico cosa devi e cosa è giusto fare, perché sono l’adulto; ma semplicemente perché sono la vita stessa. Tu e io possiamo interagire solo se lo desideriamo, se lo desideri’... Dio non s’impone a lei con la forza. Dio chiede, Maria acconsente e rimane incinta perché si amano” (Siamo tutti diversi! Per una teologia queer, Castelvecchi 2016). È lo stesso motivo per cui, nei secoli, molti autori hanno visto nell’erotismo del Cantico dei Cantici un’allegoria dell’amore di Dio per l’umanità.

Madonna mistress sadomaso

Naturalmente esiste anche una mariologia sessuofoba e spiritualizzante. Generazioni di maschi celibi in paramenti sacri hanno trasformato la giovane giudea “irregolare” nell’emblema della reazione e della misoginia. Ma la Scrittura cresce con l’umanità; e, soprattutto grazie all’apporto intellettuale di tante teologhe e mistiche, Maria è stata da tempo restituita alla sua dignità di donna. Fenomeno “recente”? Non proprio. Per Ildegarda di Bingen, filosofa, mistica, musicista, dottora della Chiesa (sec. XII), che paragonava l’universo a una grande forza femminile e vedeva nell’orgasmo il ricordo della dolcezza del Paradiso terrestre, Maria era la“fiammeggiante aurora”; e siamo costrette a sorvolare su Teresa d’Avila, Giuliana di Norwich, Brigida di Svezia e altre, d’Oriente e d’Occidente…

Il corpo di Maria pertanto, alluso o esplicito, ha attraversato i millenni, non ancora pienamente valorizzato, è ben certo, ma egualmente vivo e concreto. La sua fisicità quindi non scandalizza più nessuno; almeno in teoria. Perché, allora, la Madonna spogliata e in catene di certe manifestazioni “laiche” e “libertarie” ha disgustato anche tanti non credenti, progressisti, donne e uomini?

Per la nudità? No. Quella Madonna “nuda” non è un “mistero buffo”.

È soltanto, banalmente, insopportabilmente, un manichino volgare, sintetico. Veicola una sterilità malata – o maligna. È glabra ed esangue. I seni sono piccoli e vizzi, ovviamente da essi non sgorga nulla. Quella “Madonna” aggrondata, così simile a una modella cocainomane, non è, non sarà mai madre. E la madre, un determinato tipo di madre – l’unicoinsindacabilmente donna, scevra da asterischi e schwa, secondo talune vulgate, non risulta “glamour”.

Il sesso, in quest’ottica, va declinato solamente se eccessivo, stravagante, non-binary, non-cis ecc. Detto in soldoni: “famolo strano”. Siamo consapevoli che tali trovate hanno come primo scopo quello di far parlare di sé, bene o male non importa, soprattutto quando non si ha nessun argomento valido da proporre; ciò nondimeno, trasmettono un messaggio non trascurabile. L’identificazione del sesso con la pornografia, sempre più spinta, sempre più esagerata (ché, essendo ripetitiva, stanca presto); e, in ultima analisi, come droga.

In un panorama dove non esiste la regola ma soltanto l’eccezione, anzi, l’eccezione diventa la regola stessa, tutto quanto può, anzi deve, essere accettato; il cristianesimo – e la Madonna come femmina madre moglie vergine – va respinto e/o irriso in quanto emblema dell’odiata società "sessuofoba eteronormativa bianca occidentale" ecc. E, si badi bene: soltanto il cristianesimo. Altre religioni no (anche perché si correrebbe qualche rischio di troppo…). Abbiamo assistito a “burqa queen” in salsa arcobaleno, e non si trattava di parodie ma di manifestazioni “solidali” verso le “tradizioni” delle “minoranze” vessate dai soliti bianchi cattivi cisgender cristiani e via discorrendo. Il tutto mentre, in diverse parti del mondo, uomini e specialmente donne/bambine subivano persecuzioni, tortura e assassinii per la loro fede. Perché sì, in alcune contrade, sono soltanto i cristiani/e a difendere i più emarginati, deboli, dalit, disabili destinati altrimenti all’annientamento.

Per la pachistana Asia Bibi, rimasta in carcere dieci anni a causa d’una falsa accusa di blasfemia dopo essere stata tanagliata, picchiata, stuprata e infine rocambolescamente costretta a fuggire non s’è levato un fiato; non lo si è sentito per le bambine Huma Younus, Aleeza Naeem, Mahnoor Ashraf e miriadi di altre rapite, convertite a forza e costrette a sposare quarantenni (e più); non una parola in difesa di Deborah Samuel, nigeriana, 19 anni, uccisa e bruciata sempre a causa della famigerata “blasfemia”; tutte donne, donne e basta. E, vergognosamente, non è quasi giunta notizia della strage di Pentecoste a Owo, ancora in Nigeria. Anche in tal caso la maggior parte delle vittime erano donne e bambini/e.

Non bianche. Non occidentali. Se fossero queer o no lo ignoriamo, qualcuno/a magari lo sarà stato. Oppure no. Sappiamo però che li hanno sgozzati/e come capretti.

Ma alla gauche-caviar queste vittime non paiono abbastanza esotiche. E allora tornano a essere “nere” qualsiasi, chi se ne importa.

Molto meglio le Madonne sadomaso. Un po’ di paccottiglia e Frank Zappa ti fa un baffo.

Daniela Tuscano.


Buona parte delle notizie pubblicate da Feminist Post non le leggerai altrove. Per questo è importante sostenerci, anche con un piccolo contributo: Feminist Post è prodotto unicamente grazie a lavoro volontario di molte e non gode di alcun finanziamento.
Se pensi che il nostro lavoro possa essere utile per la tua vita, saremo grate anche del più piccolo contributo.

Puoi darci il tuo contributo cliccando qui: Patreon - Feminist Post
Potrebbe interessarti anche
23 Marzo 2023
Petrillo: il mio corpo non conta, voglio usare le docce delle donne. E si ritira dai mondiali di Torun per motivi di "incolumità"
Vincere le gare non basta: Petrillo rivendica anche di usare gli spogliatoi femminili dopo che la Federazione Italiana di Atletica su richiesta delle atlete ha deciso per spazi riservati. “Lo stato mi riconosce come donna, i genitali maschili non contano. E poi" sbeffeggia “non sarà certo la prima volta che li vedono”. Intanto rinuncia ai prossimi mondiali per ragioni "di sicurezza "
Pochi giorni fa abbiamo pubblicato un resoconto della gara di Valentina nata Fabrizio Petrillo ad Ancona, con le reazioni delle atlete battute dal suo corpo maschile. Le atlete hanno spiegato chiaramente che, pur rispettando il percorso personale di Petrillo, atleticamente non sono alla pari e che si sentono discriminate. Le dichiarazioni rilasciate dalle atlete al Feminist Post sono state riprese da altre testate, tra cui Il Giornale (qui), e hanno provocato dei commenti da parte di Petrillo che ha aver […]
Leggi ora
21 Marzo 2023
“Abbiamo sbagliato”: pioniera dei bloccanti della pubertà ammette il danno
Susan Bradley, psichiatra canadese fondatrice negli anni Settanta di una clinica per minori “disforici” e autorità in questo campo oggi dichiara che il passaggio dalla terapia psicologica ai farmaci è stato un grave errore. Perché i loro effetti sono gravi e non reversibili, perché quei trattamenti sono “autoritari” e sperimentali. E perché in 9 casi su 10 la disforia dei bambini è solo temporanea e maschera altri disturbi
In un’intervista alla Daily Caller News Foundation, la dottoressa Susan Bradley, psichiatra canadese e pioniera del trattamento della disforia di genere nei bambini, si è schierata contro il popolare modello che prevede l’affermazione delle identità transgender dei bambini e la cura tramite l’utilizzo di medicinali che bloccano la pubertà, pratica a cui in passato aveva preso parte. Bradley aveva aperto una clinica pediatrica nel 1975 per i bambini affetti da disforia di genere, un profondo senso di malessere riguardante il […]
Leggi ora
17 Marzo 2023
L'ultracorpo maschile della transatleta Petrillo continua a vincere tutto. Le avversarie reagiscono
Valentina nata Fabrizio il 12 marzo ha nuovamente sbaragliato le avversarie ad Ancona. E arriva a 8 titoli master mentre prima della transizione -quando gareggiava con gli uomini- non ne aveva conseguito nemmeno uno. Ora si prepara ai mondiali. Qui un resoconto delle gare e le dichiarazioni delle atlete ingiustamente private della vittoria
Valentina nata Fabrizio Petrillo, classe 1973, quest’anno compie 50 anni e cambia categoria nelle gare di atletica master nazionali. L’11 e 12 marzo ad Ancona ha gareggiato per la prima volta nella categoria F50, cioè con le atlete donne dai 50 ai 54 anni. E di nuovo, con il suo ultra-corpo maschile, ha fatto facilmente incetta di trofei e di record che spettavano ad atlete donne. Ma com’è vedere dal vivo un ultra-corpo maschile gareggiare contro corpi femminili? Quali sono […]
Leggi ora
8 Marzo 2023
Slavoj Žižek: i bloccanti della pubertà sono capitalismo woke
Il filosofo marxista parla di wokeness, culto progressista della consapevolezza e del risveglio, dandone una suggestiva lettura psicoanalitica. E avverte che nonostante oggi appaia sotto attacco dovremo farci i conti ancora a lungo
In un suggestivo articolo pubblicato da Compact, intitolato Wokeness is here to stay -che qui traduciamo e riproduciamo parzialmente- il filosofo marxista Slavoj Žižek affronta il tema della wokeness, il movimento del "risveglio", analizzandone le criticità ma sottolineando anche le ragioni per le quali dovremo farci i conti ancora a lungo. Alcuni sostengono che la "wokeness" sia in declino. In realtà viene gradualmente normalizzata e conformata anche da coloro che interiormente ne dubitano, e viene praticata dalla maggior parte delle istituzioni accademiche, […]
Leggi ora
3 Marzo 2023
La transessualità non è un pranzo per genderqueer
Essere transessuali non è transgenderismo ma un’esperienza profondamente drammatica e dall’esito incerto. Che nulla ha a che vedere con gli stereotipi stantii con cui si esprime l’identità di genere. Le riflessioni di Neviana Calzolari
Ripubblichiamo per gentile concessione di Dol's Magazine. Articolo originale qui Neviana Calzolari, sociologa, attivista, scrittrice e volto tv. Eppure ben poco mainstream, anzi, fra le osservatrici più acute (e critiche) del panorama politico-sociale dei nostri tempi (...) Il gruppo I-Dee di Milano e l’associazione Ipazia di Catania l’hanno incontrata. – Il ddl Zan era stato pensato per combattere l’omotransfobia, quindi con buone intenzioni – esordisce Neviana –, ciò nonostante rimango scettica su certa terminologia, in particolare sull’”identità di genere” che allarma buona parte del mondo […]
Leggi ora
3 Marzo 2023
Donne e sinistra: un amore tossico
Tradite, maltrattate, umiliate. E infine soppiantate da neo-donne auto-identificate ben più attraenti e funzionali delle “vecchie” donne per nascita. Eppure molte fra noi non riescono a staccarsi dai progressisti che mostrano in ogni modo di non considerarle. Le stesse dinamiche di una relazione malata
Tutti gli amori nascono e muoiono, e quando finiscono c’è sempre chi soffre di più, a volte una parte sola, quella che amava sinceramente, l’altra forse no, forse mentiva. E noi donne all’amore con la sinistra abbiamo creduto sul serio, con tutto il cuore: ingenuamente pensavamo di essere le predilette, credevamo alle promesse, anche quelle che palesemente apparivano false. Carla Lonzi già mezzo secolo fa ci ricordava che la sinistra ci aveva vendute “alla Rivoluzione ipotetica”, e anche oltreoceano le […]
Leggi ora